sindacati
– interfungibilità – interpelli – FTP Giustizia - 5 dicembre 2003
Cari
amici, cari colleghi,
con
la presente intendo informarvi sulle mie ultime scelte con la speranza (mai
persa) di trovare o ritrovare quell’unione necessaria a trasformare le
speranze/aspirazioni in fatti concreti.
Come
ormai è ben noto alla maggioranza dei “fedelissimi” amici che mi seguono
attraverso il sito o i seminari da me organizzati, ho sospeso la mia attività
all’interno dell’Unione Italiana degli Ufficiali Giudiziari. Detta scelta è
stata dettata principalmente per motivi personali più che per questioni
associative. Pertanto con questa scrittura mi limiterò ad esporre quelle che
saranno le mie scelte future non disdegnando, tuttavia, di
offrire la mia
collaborazione all’UIUG,
con qualsiasi contributo “tecnico”, che se richiesto non mi sentirò
di far venire meno nell’interesse della categoria.
Dopo
una lunga riflessione, mi sono reso conto che non è giusto stare in disparte ad
osservare il declino degli ufficiali giudiziari, degli uffici NEP e
dell’intero settore della giustizia… Quando mi guardo intorno… quando
ascolto la disperazione di tanti colleghi.. quando assisto alle interminabili
umiliazioni che la categoria subisce quotidianamente da parte di una
amministrazione, poco attenta a quelle che sono le reali esigenze di quelli come
noi che tentano, oltre il confine del dovere, di rappresentare degnamente
l’immagine dello Stato…mi chiedo:
Che cosa sta succedendo?
Dove
è finito il confine tra Stato democratico e disordine sociale?
Chi
ha interesse a che la giustizia italiana sia all’ultimo gradino europeo?
Chi
ha il compito di tutelarci contro le “inadempienze” istituzionali?
Questi
mille interrogativi, che tutti gli operatori della giustizia si pongono,
inducono a ritenere ed intravedere un comportamento
dell’amministrazione poco consono alla efficienza della stessa! Comportamento
tanto palesemente strano quanto comprovato dalle continue contraddizioni
istituzionali, che concordano sulla
necessità di efficienza ma la smentiscono con i fatti.
E
il sindacato dov’è? Coloro che possono
dare un contributo sostanziale ad una corretta gestione degli uffici congedano i
nostri “rappresentanti”con una stretta di mano ed un sorriso, che nasconde
la certezza di assumere decisioni esattamente opposte!
Il
vero problema della giustizia italiana, che
porta il nostro Stato ad occupare l’ultimo gradino europeo con condanne
sulla lentezza a discapito dei cittadini italiani, non è costituito dai tagli
economici bensì dagli sprechi e dagli interessi poco pubblici che prevalgono su
quelli della collettività!
Fino
a quando il nostro paese sarà ai margini della giustizia europea, non ci sarà
sviluppo per tutti noi operatori della giustizia. L’emarginazione dello Stato
italiano è la nostra emarginazione.
La
scelta di unirmi al gruppo sindacale F.L.P. -
Giustizia di Paola Saraceni, con la quale in passato abbiamo
avuto spesso scontri di opinione sulle strategie da seguire per dare una dignità
e professionalità agli ufficiali giudiziari, - sempre nel rispetto di
determinate regole – nasce da alcune riflessioni:
-
la F.L.P.
è un sindacato nuovo non solo come nascita, ma come mentalità , come
espressione di rivendicazioni che non sono basate sull’ipocrisia;
-
è un
sindacato al momento non
politicizzato, con la speranza che non lo sarà mai altrimenti sarò il primo a
revocare la mia delega;
-
da quando
Paola è uscita dalla CISL, l’ ho osservata e fino ad oggi ha avuto una
coerenza di idee molto chiara e mai contraddittoria;
-
credo che
con lei si possa veramente costruire per
tentare di dare un vero volto alla parola sindacato … ed io voglio esserle a
fianco per provarci…. Con la consapevolezza che tutto dipenderà dal fatto di
percorrere con costanza la strada da lei intrapresa, senza compromessi celati
con l’amministrazione, e con la trasparenza e la
forza delle idee degli iscritti.
Quindi,
non solo a Paola ma anche ai miei colleghi che mi leggono, intendo proporre di
costruire un gruppo di lavoro per ogni settore della giustizia, al fine di
elaborare un vero programma di rivendicazione rivoluzionario
al punto da portare a compimento la scalata verso la dignità, la
professionalità e le gratificazioni economiche cui tutti aspirano.
Un
programma contenente le linee generali sui punti che si vogliono portare a
termine, che coinvolga tutti gli
iscritti come parte attiva, e mai passiva, di problemi e problematiche anche
individuali.
Con
Voi, inoltre, non vorrei ripetere i tanti errori che ho commesso in passato, ma
intendo costruire “il sindacato degli iscritti”. Frase banale diranno in
tanti, ma oggi i sindacati sono diventati, alla pari delle assicurazioni,
istituzioni in cui l’assicurato ossia l’iscritto paga
per obbligo e per avere una copertura, ma spesso capita che
“al bisogno” quando
il problema diventa più grande il lavoratore si ritrova immancabilmente da solo
a lottare.
Un
vero sindacato, in una situazione come quella attuale, non deve solo occuparsi
di presenziare alle decisioni già assunte, perché imposte dalle cattedre
dell’amministrazione, o occuparsi solo di problematiche di carattere generale,
come ad esempio le riqualificazioni. E’ necessario dare ascolto alle voci,
spesso silenziose, degli iscritti. I piccoli e grandi problemi dell’ISCRITTO,
infatti, a volte portano alla rassegnazione, alla sfiducia ed al totale
disinteresse verso chi deve rappresentarli.
E
anche quando questi “grandi” obiettivi vengono raggiunti con l’accordo di
tutte le confederazioni, l’iscritto si chiede, visto il coro al grido di
vittoria,: ma il mio sindacato per me cosa ha fatto? Quando i benefici
riguardano TUTTI, iscritti e non, cosa differenzia un sindacato dall’altro?
Quale incentivo spinge un lavoratore ad iscriversi ad uno di essi o a nessuno?
Ed
è sulla base di questi presupposti che deve
differenziarsi un sindacato. Un sindacato che è palesemente
“politico” che fiducia può offrire all’iscritto? Un sindacato palesemente
di colore, che fiducia può offrire ad un lavoratore quando c’ è la
consapevolezza che se governa lo stesso colore non ci sarà scontro sulle
decisioni palesemente ingiuste; mentre se
governa il colore opposto lo
scontro diventa strumentale.
Sono
un Ufficiale Giudiziario e consentitemi di aprire una finestra su questo settore
U.N.E.P. che mi riguarda direttamente, per esprimere alcune considerazioni,
spero costruttive per tentare di porre rimedio a quelle “liti” di basso
livello a cui ho assistito in questi ultimi anni.
Il
vero problema degli U.N.E.P. è la mancanza di una politica di rivendicazione
comune, nonostante tutti sono
consapevoli che si sta affondando un mare aperto senza orizzonti di riferimento.
Il
problema che maggiormente si discute in questo anno è la famosa “interfungibilità”
delle funzioni tra ufficiali giudiziari B3 e C1.
Tutti
dimenticano che la differenza tra B3 e C1 riguarda “solo posizioni
economiche”. Le funzioni sono un’altra cosa.
Si
assiste a:
B3
che rivendicano diritti alla titolarità del servizio esecuzioni.
C1
che rivendicano diritti allo svolgimento del servizio notificazioni
B3
che non sono interessati al servizio esecuzioni, ma vogliono continuare a
svolgere le notificazioni;
C1
che vogliono continuare a svolgere solo le esecuzioni
In
questa confusione di totale sbandamento per tutti, dove ognuno vuol dare la
propria interpretazione, ovviamente diversa, si perde il vero punto di vista
quello di analizzare, senza preconcetti, la reale situazione nonché la vera
soluzione del problema.
Parto
da una lettura “degli atti e dei fatti”:
1)
L’ultima
circolare ministeriale del 13/11/2003 (sito www.auge.it/circolari)
“Tale
ampliamento di competenze per l'ufficiale giudiziario B3, tuttavia, non può
generare erronee aspettative o richieste pretenziose in termini di rigida
obbligatorietà di promiscuità di compiti, in quanto di certo non è stata
operata una equiparazione tout court tra il personale delle due aree funzionali,
le quali ultime restano ben distinte, nella previsione generale dell 'allegato A
del C.C.N.L. comparto Ministeri 1998-2001, per contenuti professionali, modalità
di accesso e requisiti specifici….omissis…….nel rispetto dei principi
generali e delle norme pattizie citate, si devono valutare e adottare
localmente le soluzioni più giuste e ragionevoli per il buon andamento
degli uffici al fine di ottenere come risultato, al contempo, un 'equa
distribuzione dei carichi di lavoro per il personale intero e un elevato livello
di efficienza del servizio per la piena soddisfazione dell’utenza.”
2)
la figura del B3, nelle nuove piante
organiche, è stata ridotta da circa 2500 unità a circa 1700;
3)
la figura di area C
da 1700 è sta ampliata ad
oltre 2500
4)
il servizio notificazione è quello che
richiede maggiori risorse umane
5)
il servizio esecuzione è in preoccupante
calo.
6)
le poste stanno per siglare un accordo con
il ministero (volontà Fassino con l’approvazione di Castelli) sulla gestione
totale della notificazione penale e civile a richiesta di ufficio
7)
per il servizio protesti, se non lo si sa,
giace in parlamento un disegno di legge sottoscritto da politici sia di
destra che di sinistra a braccetto, di affidare il servizio anche agli avvocati
8)
le notificazioni civili possono essere
fatte dagli avvocati, e non si può
escludere un ulteriore ampliamento della competenza così come più volte
manifestato dalla classe forense in diverse sedi anche internazionali;
9)
le esecuzioni erariali alle banche maggiori
azioniste dei diversi concessionari di riscossione
10)
per
le esecuzioni civili,… per ora solo voci di corridoio, ma anche in questo
settore si sta studiando come privatizzare il servizio pubblico.
Quindi
partendo da quanto detto, senza bisogno di valutare, interpretare o litigare la
prima e unica domanda che bisogna porsi è:
che
fine farà l’Ufficiale Giudiziario?
Cavillare
su queste interpretazioni è dannoso e distruttivo, così come trovo
assolutamente inconcepibile quello che sta succedendo in questi giorni
sull’affiancamento dei B3 ai C1.
Su
questo “falso” problema mi rivolgo ai dirigenti UNEP, ed essendo anche io
uno di loro, cercherò di esprimere il mio pensiero attraverso la soluzione
adottata all’interno del mio ufficio.
La
pianta organica di Cesena era costituita da 3 B3 e da 4 C1. Il carico di lavoro
riguarda per l’80% il servizio notificazioni e per il resto servizio
esecuzioni e protesti.
E’
stato soppresso un posto di B3, dopo aver chiesto l’ampliamento a quattro B3.
I miei colleghi C1, tutti laureati, non hanno esitato un attimo a capire la
situazione ed a collaborare al servizio notificazioni unitamente ai
B3.
Quando
è stato organizzato il corso sulle esecuzioni, alla scuola di formazione,
riservato ai B3, come dirigente, non potevo che complimentarmi con una
iniziativa che puntasse alla formazione degli ufficiali giudiziari B3 alla luce
di un il contratto che ha previsto la possibilità di una collaborazione in
tutte le attività che per legge spettano all’Ufficiale Giudiziario C1. Visto
che è nell’interesse di ogni ufficio avere personale preparato, non ho
esitato a dare oggi delle direttive sull’affiancamento.
Alla
strumentalizzazione di questi giorni sinceramente non riesco a dare una
spiegazione logica.
Alcuni
C1 sostengono che i B3 hanno fatto un concorso per lo svolgimento delle sole
notificazioni, ma non posso non pensare che trascurano di valutare la portata
del contratto e delle riqualificazioni che prevedono una graduale soppressione
dei B3 con il passaggio nella posizione economica C1, così come per i C1 nella
posizione economica C2 e C3.
Provo
ad immaginare che alcuni sostengono la tesi del titolo di studio, ma non posso
poi non pensare che dimenticano che
la maggioranza dei C1 non ha la laurea, me compreso, eppure molti, senza
laurea dirigono anche uffici di corti di appello.
Si
dice che i B3 non hanno una preparazione adeguata, ma non bisogna
dimenticare che il mestiere di ufficiale giudiziario non lo si impara dopo
l’idoneità del concorso, ma sul campo attraverso la capacità di approfondire
con studio costante, con l’esperienza e spesso grazie all’aiuto di qualche
collega più anziano che ha saputo trasmettere il suo sapere.
Quindi
per favore, gli ex B3, si facciano avanti per spiegare se è stato il concorso
riservato agli interni a dare una “professionalità” da C1, o
tutti i C1 di una certa età dicano, se veramente pensano che le
riqualificazione daranno maggiore competenza a dirigere un ufficio da C3…
smettiamola con questi insulti alla professionalità di chi occupa una posizione
economica inferiore e viceversa, concentriamoci tutti insieme sulla
valorizzazione della funzione, della significazione, dell’esecuzione e
sulla unità, per evitare di ricercare la valorizzazione o dignità in quel
sospiro di sollievo dato alla presentazione delle istanze di dimissioni.
Invito
quindi tutti gli ufficiali giudiziari a rispettarsi, perché siamo tutti in
dirittura di arrivo e verso un traguardo pericoloso.... quasi pronti, non ad
alzare le braccia in segno di vittoria... ma in segno di resa.
Questa
spaccatura sta alimentando le aspettative di quelli che non sono tanti, ma hanno
ben capito il business che ruota intorno alle nostre funzioni… peccato che
ancora noi ufficiali giudiziari non abbiamo preso coscienza di questo.
Angelo
(Arcangelo D’Aurora)
Nb.
Se
non condividi il mio pensiero ti invito ad esprimere la tua opinione sul
forum/interfungibilità nel sito www.auge.it/interfungibilita_b3.htm
…
voglio capire se c’è qualcosa che….mi sfugge.
|
F.L.P. Coordinamento
Giustizia – Emilia Romagna
|
|
Arcangelo
D’Aurora (angelo) – fax 0547/22434 – daurora@tiscali.it
|
Ad
Angelo D’Aurora
FTP
– Giustizia – Emilia Romagna
Caro
Angelo,
innanzitutto,
complimenti per il preziosissimo aiuto che ci fornisci con le tue e-mail ed il
tuo sito.
Sono
una collega di Napoli, dal 1996 in servizio presso l'ufficio NEP di
Milano (Corte d'Appello).
Mio
marito lavora a Napoli ed abbiamo due bambini, di cinque ed un anno.
E'
dal 1996 che tentiamo di ricongiungerci ma, ad oggi, nulla sembra
muoversi in riferimento ad interpelli, trasferimenti, etc.
Insomma,
non vediamo spiragli ..
Gradirei
conoscere il tuo pensiero in merito al problema dei trasferimenti,
eventualmente, fornendomi qualche suggerimento per tentare qualche soluzione
(domanda, documentazione da inviare al Ministero, etc.).Grazie ancora e buon
lavoro.
Questa
è una email di Nunzia una collega che non è iscritta, e mi chiedo:
pensate
che a questa collega le importi molto delle riqualificazioni? Ha interesse ad
iscriversi ad un sindacato? Oppure ha bisogno del sindacato per risolvere un suo
problema?
Se
un sindacato non è in grado di risolvere un problema così grande per Nunzia,
constatare questa rassegnazione ai silenzi del ministero, mi chiedo quale è la
connessione sindacato/lavoratore?
Il
caso di Nunzia è solo un esempio emblematico, ma tante sono le situazioni
drammatiche in cui oggi vivono tanti operatori della giustizia.
Paola,
ufficialmente ti chiedo di dare una mano a Nunzia … senza chiedere la tessera,
perché centinaia sono le Nunzie .. che aspettano…almeno da parte tua … una
speranza.
Caro
Angelo,
da
anni, timidamente e con l' umiltà dell' "aiutante", seguo la tua
attività sul sito.
Leggo,
rifletto, e di sicuro ho imparato molto. Ci sono ormai degli uffici paragonabili al
"Deserto dei tartari" in tutto e per tutto, dove tanti piccoli Drogo
(il protagonista) aspettano come lui, nell' isolamento, il tanto agognato
trasferimento impegnati a fare un lavoro al quale non riescono più a dare un
senso....Perdona il paragone letterario, magari male espresso, ma vedendo la
comparsa sul forum di qualche collega B3 che descrive il suo disagio e anche di
qualcuno che nel contempo propone qualche soluzione mi è venuto in mente quel
libro....una realtà irreale? Mica tanto! Per questo oggi ho deciso di rompere
gli indugi, di scrivere......Ma non scrivo per raccontare dove lavoro e come, la
mia situazione sarà simile a quelle di tanti altri...anche io sono "incastrata"
dal fatto che non ci sono interpelli da secoli, schiavizzata dall' orario di
lavoro virtuale, da un ambiente saturo di tensione e immancabilmente vado
in rosso con il "rimborso delle spese effettivamente sostenute"
Quando
incontro o sento per telefono colleghi-amici sparsi per tutta Italia sono pochi
coloro che mi dicono che nel loro ufficio va ancora tutto bene. E allora ecco
perché scrivo! Per chiedere PERCHE'? Perché se il disagio, per usare un
eufemismo, è dilagante non uniamo le nostre forze e facciamo qualcosa? E' dal
1997 che si parla del futuro della nostra categoria, eravamo uniti e motivati,
pronti a giocare d' anticipo per andare a migliorare la nostra posizione....Quel
che abbiamo "ottenuto" è noto a tutti: ora ci facciamo le guerre tra
poveri tra colleghi..........
sembra
quasi che non abbiamo neanche orgoglio come cittadini della Repubblica Italiana.
PRIDE, orgoglio. C'è stato anche il DOG PRIDE (niente da dire, io amo gli
animali), ma la nostra categoria è fatta da tanti microcosmi a se' stanti o da
persone che patiscono gli stessi mali? Ma noi non abbiamo un ORGOGLIO? un senso
di appartenenza?
E' arrivato il momento di vedersi, discutere, confrontarsi....guardandosi in faccia, superare rancori e prese di posizione, guardare LA SOSTANZA DELLE COSE..... Ecco, io nel mio piccolo, nel chiedere PERCHE' ho una proposta da fare: INCONTRIAMOCI, in tanti, senza pulpiti, ma anche senza false speranze, incontriamoci per prendere coscienza che tutto quel che stiamo perdendo e subendo è recuperabile e risolvibile solo se saremo tutti a volerlo e solo con una RICOSTRUZIONE TOUT COURT del sistema! Allora mi rivolgo a Ettore, Adriana, Vincenzo, Giovanna ( the last but not the least) miei colleghi B3 che scrivono sul forum, a tutti gli altri che non ho riconosciuto, a chi legge soltanto, ai C1, C2,C3......incontriamoci sullo stesso piano per una volta, vediamoci in qualche città.......COSTRUIAMO SULLE ROVINE SPARSE DA CHI CI VUOL DEMOLIRE!!!!!!
Con la stima di sempre LAURA.
Non
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