Articolo dell'11/1/2004 pubblicato sul quotidiano Il Resto del carlino - cronaca di Ferrara.


Lettera aperta ad un amico e collega.

Italia 27/1/2005

 … mi sono veramente stancato.

Mi riferisco ad un articolo apparso sul resto del carlino, cronaca di Ferrara, l’11/1/2005, in cui è stata inserita una mia dichiarazione strumentalizzata da alcuni idioti e riportata a tam tam  per diffondere notizie false sulla mia persona e sulle mie opinioni.

 

Non volevo rispondere per non cadere nel solito ingranaggio di basso livello che spesso ha contraddistinto questa categoria, ma lo faccio per il rispetto che sento per Andrea, un vero amico, un Ufficiale Giudiziario B3, che mi ha convinto a dichiarare pubblicamente il mio pensiero sulla interfungibilità.

 

 L’articolo in questione descrive una brutta situazione che si è venuta a creare  tra gli ufficiali giudiziari ed il dirigente U.N.E.P. dopo un ordine di servizio non limitato all’interfungibilità, ma all’intera organizzazione dei servizi U.N.E.P. con la relativa distribuzione dei carichi di lavoro.

 

Premesso che il contendere era principalmente l’ordine di servizio firmato dallo stesso dirigente e vistato dal Presidente del Tribunale, come organizzazione sindacale ho stigmatizzato che l’ordine di servizio su una questione così spinosa che riguarda i carichi di lavoro (e che l’articolo in questione illustra in modo chiaro il malessere dell’U.N.E.P. di Ferrara) non è stato oggetto di contrattazione, ma di semplice informativa che il dirigente ha attivato a mezzo e-mail.

 

La contrattazione infatti avrebbe valutato sia la effettiva necessità dell’ordine di servizio o in subordine avrebbe consentito una discussione sui criteri  rispondenti sia alla funzionalità del servizio sia alle specifiche esigenze di ciascun Ufficiale Giudiziario.

 

Mi preme ribadire che il giornalista, nel sintetizzare in meno di due righe la mia dichiarazione - fatta a mezzo telefono e della durata di circa un minuto - non ha riportato con precisione il mio pensiero.

 

 “Il dirigente dovrebbe valutare in base alle esigenze, invece si è fatto tutto senza alcuna distinzione.”

 

Su questa frase si è detto di tutto…

 

Vi rammento che sulla questione dell’interfungibilità ho sempre espresso la mia opinione, pensiero e interpretazione personale, e che ho avuto modo di scrivere nei vari comunicati (che trovate sul sito auge).

 

Vi riporto testualmente l’ultima (tutte le precedenti sono su questa linea), che ho scritto nel comunicato dopo la manifestazione di Roma in cui le critiche sono state tutte positive da molti ufficiali giudiziari (B3 e C1).

 

L’interfungibilità ha fatto il gioco perverso a favore del governo e dell’amministrazione. Strumentalizzata da più parti è venuta meno al vero significato per cui i sindacati l’hanno voluta e sottoscritta.

Sono favorevole all’interfungibilità, sono contrario a questa strumentalizzazione perché essa doveva rappresentare uno strumento in più per gestire le risorse umane, per organizzare al meglio gli uffici NEP.

Tutti fanno tutto è pura follia e in quegli uffici dove questo principio è stato applicato sono convinto che tanti sono i disagi per coloro che o per età o per altri cento motivi devono riorganizzare la propria vita lavorativa.

Non è mia intenzione polemizzare con nessuno, ma ascolto e leggo le centinaia di lettere dei colleghi B3 e C1: l’individualità di ognuno di noi va rispettata.

Organizzare o gestire le risorse umane significa valutare, ascoltare e applicare dei criteri che tengono conto delle capacità, preparazione e attitudini di ognuno di noi.   

 

La stessa amministrazione in una delle tante note su questo argomento (13 novembre 2003) scrive..

…… il requisito dell'eventualità nell'espletamento delle funzioni di notificazione da parte del C1, contrattualmente previsto, va evidentemente coordinato con le esposte situazioni di opportunità e necessità, che per altro verso possono determinare l'intervento dell'ufficiale  giudiziario B3 nell'assolvimento delle attività di esecuzione per una più equa distribuzione, del lavoro in funzione del suo carico, del personale in servizio e delle esigenze di giustizia.

Del resto, se così non fosse verrebbe tradito o travisato lo spirito stesso del contratto che sul tema delle attribuzioni non trasuda disposizioni dalle connotazioni rigide, perentorie e assolutizzanti, ma formulazioni improntate alla flessibilità, fungibilità, gradualità.

 

Questa, da sempre è la mia OPINIONE…  flessibilità, fungibilità, gradualità.

 

Al di là di questo o altra interpretazione, questa strumentalizzazione nel voler imporre a tutti gli uffici l’interfungibilità mi preoccupa.

Tanti sono i B3 in grado di svolgere tutte le funzioni attribuite all’Ufficiale Giudiziario, ma penso a quei B3 che la rifiutano perché non si sentono pronti e perché sono in “guerra” con i C1.

Non è il semplice pignoramento, ma tutti quei casi particolari in cui non basta studiare, ma si ha bisogno del conforto del collega anziano che ti suggerisce come fare.

 Spero e auguro per il bene di tutta la categoria che si istauri presto un rapporto professionale vero, senza distinzione di posizioni economiche, ma uniti per una vera crescita professionale verso l’alto e verso la qualità dei nostri servizi.   

 

     Caro Andrea, ti ringrazio per avermi difeso contro coloro che hanno strumentalizzato questa frase giornalistica insignificante, ma non spendere in questo modo le tue energie. Ci tengo anche a dirti di non farti coinvolgere da quei sindacati che alzano il dito contro le nuove assunzioni dei vincitori ed idonei che vanno contro le riqualificazioni. Sappiamo tutti ormai che le riqualificazioni sono state dichiarate illegittime sia dal TAR che dalla Corte Costituzionale, come sappiamo tutti che una delle principali cause della nostra inefficienza è la cronica carenza di personale.

 

Cerca di guardare avanti…verso il futuro di questa nostra professione.

Come tu ben sai sono tra i primi promotori per una professione liberale come in tutti i paesi europei, ma la situazione attuale italiana è veramente critica per il futuro dell’Ufficiale Giudiziario.   

  

Cerchiamo di difenderci uniti.

 

Cerchiamo di non abbassare la testa ed in particolare di non creare nel nostro interno altre spaccature che producono solo effetti negativi e ci allontanano sempre più dalle reali esigenze di noi tutti professionisti.

 

 Siamo soli e abbandonati dall’amministrazione, la quale invece di investire nei nostri uffici per incrementare le entrate dello Stato, preferisce consolidare il potere di alcuni privati a caro prezzo e rischiando di compromettere tutela e garanzie costituzionali per il cittadino.

 

Spero che queste due pagine di breve lettura serva a coloro che hanno dubitato sulla mia persona per capire che non si giudicano le persone per sentito dire o da due righe giornalistiche , ma chiedendo spiegazioni al diretto interessato.

 

Le mie battaglie le ho sempre fatte con il cuore e la passione… a volte anche sbagliando, ma mai con il vestito sindacale o politico …  sempre come Ufficiale Giudiziario.

Ciao

Angelo

(arcangelo d’aurora)


 Lettere aperte