Relazione sul Consiglio Permanente dell'U.I.H.J. di Bucarest e ... dintorni
Italia, giugno 2007
nel
mese di maggio si è tenuto a
Bucarest il Consiglio Permanente dell’Unione Internazionale degli Ufficiali
Giudiziari che ha visto la partecipazione di tutti i paesi europei nonché di
alcune rappresentanze dei paesi oltre oceano come gli Stati Uniti ed il Canada.
Con
la consapevolezza che la nostra PROFESSIONE ha già dato prova di sapersi
integrare perfettamente alle sempre più crescenti esigenze dei cittadini senza
frontiere nonché all’evoluzione del mercato del “diritto”, la
discussione si è focalizzata sulla necessità di armonizzare gli ordinamenti
giudiziari dei paesi europei, per giungere all’istituzione di un'unica figura
di Ufficiale Giudiziario.
Il
problema dell’armonizzazione rappresenta un punto chiave al fine di elaborare
un sistema rispondente alle crescenti esigenze degli operatori economici e dei
cittadini all’interno di uno spazio di giustizia comune e globalizzato,
con i medesimi interlocutori e le stesse regole.
E’
questo l’obbiettivo che noi tutti Ufficiali Giudiziari Europei UNITI ci
siamo imposti ed in quest’ottica operiamo.
E’
noto a tutti, dai giuristi, agli economisti, ai politici “veri” che
l’inefficienza della giustizia porta inevitabilmente al blocco
dell’economia con danni economici incalcolabili, così com’è noto che
una buona giustizia è capace di risanare i conti pubblici
incrementando l’occupazione, gli investimenti e dare impulso alla crescita
economica. Purtroppo non è ancora chiaro a tutti che l’Ufficiale Giudiziario
in questo contesto riveste un ruolo determinante.
In
questi anni i paesi emergenti entranti nel circuito economico internazionale,
consapevoli dell’enorme importanza strategica che ha il nostro settore, hanno
puntato su riforme strutturali dei sistemi giudiziari, imponendosi la priorità
di garantire prima di tutto “l’effettività
della legge”.
Sulla
base di questo principio costituzionale, e con la certezza che solo un
professionista qualificato come l’Ufficiale Giudiziario è in grado di dare
una svolta positiva e attiva verso una giustizia più efficace, celere ed equa
è nata l’esigenza di istituire un nuovo pubblico ufficiale operante però, in
un regime di libero mercato.
Con
rammarico l’assemblea, pur constatando questa crescente tendenza
internazionale nel valorizzare come merita questa professione, non ha potuto
fare a meno di evidenziare una controtendenza, in negativo, in quei paesi come
l’Italia e l’Austria, che a causa della disinformazione sulle reali
prospettive prestigiose verso le quali conduce la liberalizzazione della
professione, stanno mettendo in seria crisi l’intero sistema economico e
giudiziario europeo. Una professione che in Europa, per colpa di questi paesi,
si trova divisa in categorie di serie A, B e dilettanti: una diversificazione
che non consente lo sviluppo di sinergie attraverso la rapida circolazione delle
informazioni, la collaborazione diretta tra professionisti, in un ambito
economico che ormai si muove in un contesto internazionale.
Il danno per il sistema economico è evidente, basti guardare
alle numerose condanne che ogni anno l’Italia subisce dalla corte di Giustizia
europea per il mancato rispetto dei termini di durata di un giusto processo e
per la mancata esecuzione in tempi ragionevoli delle decisioni di giustizia.
Il
Presidente Jacques Isnard, con orgoglio ha più volte evidenziato la
considerazione di cui gode la nostra professione e l’Unione Internazionale
degli Ufficiali Giudiziari, presso i governi di tutta Europa e altre autorevoli
istituzioni come le Nazioni Unite, e il Consiglio d’Europa. Ciò è dimostrato
dalle crescenti richieste di collaborazione per migliorare e ristrutturare la
professione in tutta Europa e, grazie al nostro intervento, in molti paesi si è
riusciti a realizzare un sogno di molti colleghi: Elevare la figura
dell’ufficiale giudiziario inserendolo nell’ambito di una professione
liberale.
Su
questo punto, Isnard e gli altri colleghi dell’esecutivo hanno evidenziato che
per liberalizzare la professione sono fondamentali alcuni presupposti, e
precisamente:
Autonomia |
|
Disciplina |
|
Formazione |
|
Indipendenza
economica. |
Autonomia.
Uno degli aspetti che caratterizzano l’ufficiale giudiziario nella quasi
totalità dei paesi europei è la sua autonomia rispetto all’attività
giurisdizionale. Egli, nel portare a compimento le attività a lui demandate
dalla legge, agisce in piena autonomia rispetto all’organo giurisdizionale,
salvo la possibilità delle parti di ricorrere al giudice nel caso
d’impugnazioni. Questo rende il processo esecutivo meno farraginoso, più
efficace e dinamico.
L’Ufficiale
Giudiziario è l’unico responsabile del trattamento del fascicolo, lo
custodisce nel suo ufficio e svolge in autonomia tutte le attività connesse
alla messa in esecuzione del titolo esecutivo, scegliendone le modalità, i
tempi e i luoghi, provvedendo quindi alle attività relative a pignoramento,
vendita, rateizzazione del debito e distribuzione della somma. Degna di
particolare interesse e per il suo carattere di modernità e di efficacia nel
perseguire il recupero del credito, è l’attività di mediazione
post-giudiziaria. All’ufficiale giudiziario viene dato mandato di farsi
mediatore tra il creditore e il debitore, attività che svolta adeguatamente
accorcia i tempi di recupero e riduce le spese d’esecuzione.
Deontologia.
Per garantire che l’immagine prestigiosa della nostra professione possa essere
“macchiata” da qualcuno che non rispetti la lealtà e legalità del servizio
svolto in libera concorrenza è necessario un codice deontologico che non faccia
sconti a nessuno.
Rispetto,
correttezza e cortesia nei confronti del collega della porta a fianco e del
cittadino devono essere prerogative che se violate vanno sanzionate duramente
per il buon nome della nostra professione.
La
formazione
riveste una fase determinante. Una professione senza una adeguata formazione ed
un aggiornamento costante fa poca strada: niente deve essere lasciato al caso o
all’improvvisazione perchè la legge e la sua esatta applicazione sono una
cosa seria e perché l’attività dell’Ufficiale Giudiziario può incidere
drammaticamente nella vita di ogni cittadino, sia creditore che debitore.
Dall’esperienza delle numerose Camere Nazionali degli Ufficiali Giudiziari
aventi già una loro scuola di formazione e aggiornamento è sorta una schiera
di professionisti qualificati e “specializzati” tali da valorizzare in
questo modo tanto la professione in sé quanto il servizio di alta qualità che
offrono al cittadino e alle istituzioni. Ad esempio la Francia
e la Romania sono due paesi geograficamente e culturalmente lontani, ma vicini e
simili nell’approccio alla materia.
In
Francia, da circa 50 anni la scuola nazionale di procedura non si occupa solo
degli Ufficiali Giudiziari in attività, ma anche degli aspiranti ufficiali
giudiziari, del personale amministrativo che supporta l’attività
dell’ufficiale giudiziario, e organizza
seminari e corsi d’aggiornamento continuo affinché questi professionisti
siano in grado di fronteggiare ogni evoluzione giurisprudenziale ed essere al
passo con i tempi.
Questo
sistema è stato adottato di recente anche dalla Romania che ha istituito la sua
scuola di procedura con risultati eccezionali, riconosciuti, in aula, anche dal
Ministro della Giustizia rumeno e dal Presidente della Camera dei Deputati di
questo paese.
Indipendenza
Economica. Questa
professione in Europa – e persino nei paesi africani - non chiede “assistenzialismo
statale” ai governi,
ma riconoscimenti economici in proporzione alla qualità della prestazione.
Nessun libero professionista che noi conosciamo o per sentito dire ha espresso
difficoltà di ordine economico. Anzi, paesi che fino a ieri erano qualche
gradino sotto di noi oggi si sono “nobilitati” alla grande: Polonia,
Romania, Ungheria, Slovenia, Estonia e così via tanto per fare qualche esempio.
In Europa crea sconcerto che i notai, liberi professionisti come molti
Huissiers/Ufficiali Giudiziari, in qualche paese hanno un potere economico più
forte degli ufficiali giudiziari. Tale osservazione scaturisce da una semplice
considerazione: paragonando le attività tra le due figure e il rispettivo grado
di responsabilità, il confronto non lascia dubbi sulla figura che riveste un
ruolo predominante nella società.
Isnard,
su questo punto ha precisato, a noi italiani, che in nessun paese è stato
necessario ricorre al cd. assegno integrativo per il mancato raggiungimento di
una determinata soglia di guadagno individuale, anzi, grazie ai contributi
versati, le camere nazionali hanno raggiunto un potere tanto forte che oggi,
senza il loro consenso, non si muove una foglia quando devono trattare
problematiche legate all’Huissier.
Al
termine del convegno abbiamo avuto l’ennesima conferma: l’Ufficiale
Giudiziario non è quello che va ad elemosinare per pochi centesimi, ma è
quello che va a rivendicare che un determinato servizio nelle proprie mani è
una garanzia di efficienza per le istituzioni e per il cittadino. Una
prestazione legata alla quantità non serve a nessuno, né a noi professionisti,
né allo Stato e tantomeno al cittadino che vuol vedere risultati chiari … sia
essi positivi… sia essi negativi, ma dopo aver effettuato tutte le indagini
serie sul caso specifico.
Poi
il rientro in Italia e … per l’ennesima volta, ti guardi intorno e ti
chiedi:
perché non succede
mai un c. di niente in questo paese?
Un
paese in cui si discute sempre delle solite vecchie questioni: mai un passo in
avanti anzi per alcuni addirittura l’illusione che la riqualificazione,
rincorsa da quasi sette anni, sarà la panacea della categoria.
Ci
siamo infognati in sigle sindacali e protocolli d’intesa che allontanano
sempre più i veri obiettivi della nostra professione, con tanti illusi che
pensano di giocarsi una partita che li faccia fare loro il salto di
categoria, da B3 o C1 verso la categoria superiore di C1 e C2, una
classificazione che ha tanto il sapore di una vera e propria retrocessione.
Non
è questa la valorizzazione dell’Ufficiale Giudiziario italiano che ha una
missione molto ben diversa da coloro che puntano a dei riconoscimenti
“statalisti”:
non
siamo statali, anche se ci provano in tutti modi!
Gli
statali non utilizzano la propria macchina per un servizio pubblico, non
rischiano di essere picchiati, pestati o accoltellati quando in piena solitudine
affrontano situazioni di esasperazione e disperazione, non rischiano giorno dopo
giorno, atto dopo atto, di rispondere civilmente e penalmente per eventuali
danni. Non possiamo affidarci solo ai sindacati che intorno ad un tavolo verde -
sempre più verde
- discutono e trattano
problematiche che spesso non fanno parte del nostro mondo.
Ed
è proprio su questa strada che la nostra incoscienza ci sta conducendo verso la
retrocessione, perchè da qualsiasi punto di vista si vuole guardare, anche come
aspiranti statalisti, il risultato è un totale fallimento:
-
decimo decimato;
-
unica
categoria al mondo che tassa i costi sui rimborsi spesa;
-
unica categoria al mondo che viene maggiormente retribuita in funzione
dell’improduttività ovvero faccio 10 chiusi guadagno 10 volte in più di un
atto positivo;
-niente
assicurazione per la mia autovettura che uso per un servizio pubblico;
…
e così via all’infinito… per colpa di colleghi senza palle ma con una forte
tendenza all’autodistruzione.
Tutto
questo ha solo una motivazione: mancano dei veri obiettivi perché qualcuno non
ha ancora capito la vera natura ed il ruolo di questa professione all’interno
del sistema giudiziario ed economico.
Un’altra
vergogna all’interno della categoria è il continuo litigare: interni contro
esterni e viceversa, spesso a causa della ripartizione di una trasferta ridotta
ormai ad un’elemosina, oppure tra B3 e C1, anche se non si capisce il perché
visto che ormai tutti facciamo tutto e ci differenzia solo una posizione
economica … e tutto questo nonostante sappiamo
bene qual è la nostra vera missione … per fare la contabilità basta un
ragioniere; per ricevere gli atti basta una figura diversa dall’Ufficiale
Giudiziario; … quando la gente parla dell’Ufficiale Giudiziario non pensa a
colui che riceve gli atti, che timbra, che …. ma a colui che si mette in
macchina e parte per la sua missione… verso il contatto con le persone…
verso quella professionalità che lo vede arbitro tra interessi opposti.
Non
si può continuare su questa strada, si deve cambiare mentalità e “cultura”
sul modo di operare, valorizzando la professione in funzione della qualità
delle nostre prestazioni che è cosa ben diversa dal valutare un atto di
esecuzione in funzione della distanza chilometrica tra l’ufficio e la casa del
debitore!
La
nostra professione ha tutte le carte in regola per emergere ed uscire
dall’emarginazione dove da sola si è collocata grazie a tanti di noi che come
struzzi, hanno fatto finta di non ascoltare, di non vedere.
Da
soli possiamo realmente realizzare un sogno, già raggiunto da molti nostri
colleghi di oltre frontiera. Ci sono tutte le basi per imporre con
determinazione il posto ed il ruolo che ci spetta per risanare una giustizia
italiana da terzo mondo. Per un paese tra i più industrializzati qual è il
nostro è una vergogna nella vergogna constare gli sforzi che si fanno a livello
istituzionale di “non
far funzionare la giustizia”….
una vergogna, purtroppo
tutta italiana, che non
durerà a lungo!
Per
non parlare poi della classe politica: solo in Italia esiste una politica
“infantile e capricciosa” … anzi non è neanche politica… ma che svolge
perfettamente il suo ruolo “deviato”, cioè quello di trovare sempre la
strada giusta per realizzare alla perfezione gli interessi di pochi….
in
cambio di cosa poi?
…
di una poltrona troppo comoda per alzarsi e far qualcosa per gli altri … noi cittadini
onesti del paese!
A
Bucarest, ci siamo sentiti gratificati per l’alta considerazione dei colleghi
europei che hanno intravisto in noi una luce di speranza per tutti i confrères
italiens … ma poi…
rientrati in Italia… il contatto con la realtà degli Ufficiali Giudiziari
…per la verità… ci ha fatto sentire un po’ coglioni … in nome e per
conto di tutti gli ufficiali giudiziari italiani.
Se
come noi ti senti un coglione, visto che le persone intelligenti sono da
tutt’altra parte, ti invitiamo a unirti, e insieme portiamo avanti i veri
obiettivi rimasti a questa PROFESSIONE: Autonomia,
Disciplina, Formazione e Indipendenza
economica.
Solo
in questo modo è garantita la nostra dignità professionale.
Aspettiamo
tue notizie.
Cambierà
qualcosa per noi?
Si,
pare di si! E molto presto!
firmato
un Ufficiale Giudiziario non tanto pazzo, di nome
AUGE
ISCRIVITI ... ma solo se sei convinto ... altrimenti resta pure dove sei.... grazie