UNIONE ITALIANAUFFICIALIGIUDIZIARI

Deregistrazione dell'intervento dell'Avv.to Corrado Sforza Fogliani,

Presidente CONFEDILIZIA 

            Ringrazio dell'invito che mi è stato rivolto a partecipare e porto volentieri il saluto della Confedilizia e non solo il saluto, ma l'adesione convinta alla nuova figura professionale per la quale voi vi state battendo.

            Credo che il cammino non sarà - nonostante tutto - breve, e voi lo sapete meglio di me. Quindi, credo che non sia opportuno farsi illusioni. Voi sapete che questa riforma era parte importante del programma della coalizione di Governo passata, e che nonostante questo cinque anni non sono stati sufficienti a creare quella nuova figura professionale che l'Italia reclama e che altre nazioni già conoscono.

            Ma questa nuova figura professionale, ad avviso della Confedilizia, non è richiesta anche in Italia. E' richiesta soprattutto in Italia, dai nuovi tempi e dalla nuova logica privatistica verso la quale - lo si voglia o non lo si voglia, si giudichi la cosa un bene o si giudichi la cosa un male - va tutto il sistema Giustizia.

            La coalizione che ha vinto le ultime elezioni politiche - lo sappiamo tutti - intende affidare agli avvocati la fase istruttoria del processo civile. La coalizione che ha vinto le elezioni intende valorizzare l'istituto dell'arbitrato. E', pari pari, un ritorno sostanziale al codice prefascista. Prima del fascismo, prima dell'accentramento statalistico, proprio questo facevano in Italia gli avvocati: lo scambio delle comparse fra di loro, prima di andare davanti al Giudice, dal quale andavano solo allorché il Giudice doveva assumere dei provvedimenti che regolassero il processo. E voi sapete che il Codice dello Stato unitario liberale si apriva con la giustizia privata - l'arbitrato - e si chiudeva con la giustizia statale. Quindi, tornare all'antico per andare avanti.

            E non è così anche per le esecuzioni immobiliari? Noi abbiamo, come Confedilizia, denunciato recentemente il caso di un'esecuzione immobiliare a Roma su un attico che prospetta su Fontana di Trevi, per il quale l'esecutante ha iniziato l'esecuzione immobiliare 18 anni fa (18 anni fa!) e - disputandosi sulla competenza, così come i debitori, lo sapete meglio di me, sanno fare, tra un Tribunale e l'altro - sono occorsi 16 anni perché si stabilisse che la competenza era del Tribunale di Roma. Presentata la domanda al fine di ottenere la nomina di un perito, il Giudice ha fissato la data di comparizione del consulente tecnico per un anno dopo. In quell'anno, in quell'udienza dell'anno dopo, la Cancelleria si è accorta che non aveva notificato l'avviso al consulente, e allora il processo è stato rinviato di un altro anno e mezzo; e fanno appunto 18 anni e mezzo per arrivare - solo - alla consulenza che preluderà, come sapete, a tutti gli adempimenti successivi. Il rimedio di affidare le esecuzioni immobiliari ai notai - d'altra parte - non è servito a molto, perlomeno in sede di prima applicazione della legge relativa.

            Ho visto, in uno dei progetti che sono stati presentati per la liberalizzazione della vostra professione (se non ricordo male, quello del - prima Senatore oggi Onorevole - Saponara), la previsione dell'affidamento a voi delle esecuzioni immobiliari. E' una cosa alla quale la proprietà edilizia è estremamente favorevole.

            Voglio anche aggiungere che proprio perché la vostra richiesta (se di richiesta si può parlare; ma parlerei, piuttosto, di proposta o comunque di esigenza) s'inserisce - come già dicevo - in quella logica privatistica che ormai viene avanti fortemente nel campo della Giustizia, proprio per questo, bisogna allora chiedersi che cosa anzitutto voi, come Ufficiali Giudiziari, potete fare, per accelerare questo processo, d'altro canto ineludibile.

Io credo che, oltre che con l'azione dei vostri organi dirigenti (così competenti, così appassionati; ho sentito con grande interesse, ma non solo con grande interesse, anche con grande partecipazione, pur non appartenendo alla vostra categoria, l'impostazione e lo spirito - soprattutto - della relazione che mi ha preceduto, la relazione del vostro Segretario nazionale) io credo - dicevo - che gli Ufficiali Giudiziari possano accelerare questo processo verso una valorizzazione della loro figura in senso libero professionale, soprattutto e prima di tutto riappropriandosi delle proprie funzioni, e non cedendo ad alcuno le proprie funzioni (applausi).

Ho sentito parole chiare, e commoventi anche, proprio dal vostro Segretario nazionale - con il quale torno a congratularmi - a proposito, ad esempio, delle gravi situazioni nelle quali venite a trovarvi - voi Ufficiali Giudiziari, sempre in prima linea - nelle esecuzioni di rilascio, alcune delle quali datano da 10 o 12 anni, e dietro le quali non sempre vi è un proprietario ricco e prepotente nei confronti di un inquilino che invece ha bisogno. Tante volte - e voi lo sapete bene - le posizioni sono esattamente al contrario, voi sul campo lo sapete. Ma indipendentemente da questo, indipendentemente dai casi umani che giustamente voi vedete di trattare con l'umanità che si esige e che vi viene dalla vostra esperienza, indipendentemente da questo - io dico - occorre che gli Ufficiali Giudiziari si riapproprino delle proprie competenze.

            L'Ufficiale Giudiziario che, per l'esecuzione di un rilascio, richiede sistematicamente l'assistenza della Forza pubblica, a mio modo di vedere viene meno al proprio ruolo, viene meno alla propria funzione, perché il Codice prevede, come sapete bene, che la Forza pubblica intervenga solo quando si debbano vincere resistenze.

            Ecco, quindi, che è necessario che vi sia da parte vostra una piena riappropriazione delle vostre competenze, che l'Ufficiale Giudiziario non svolga, anche per la neghittosità di altri, compiti decisori che non gli competono. E è "decisione" anche - ad esempio - il rinvio a data fissa di un'esecuzione di rilascio (anzicché la sua sospensione momentanea, rimettendo gli atti al Giudice dell'Esecuzione) per la presentazione di un'autocertificazione, o - peggio - di una documentazione qualsiasi da parte dell'inquilino interessato. Tenete presente che, con una funzione libero professionale, sono incompatibili poteri decisori di merito. Allora, occorre che già sin d'ora si prepari una nuova cultura dell'Ufficiale Giudiziario, e una nuova immagine dell'Ufficiale Giudiziario, che riappropriandosi - come dicevo - dei propri compiti sappia svolgere il compito suo proprio in modo tale da non prestarsi ad alcuna strumentalizzazione, da non prestarsi ad alcuna accusa. Faccia, l'Ufficiale Giudiziario, il proprio dovere, così come l'ha sempre fatto, nel pieno rispetto della legge, senza cedere (per esempio, nelle esecuzioni di rilascio) a quella logica dei rinvii che non favorisce, come è stato ben detto, la risoluzione del problema-casa, ma anzi l'aggrava. In questo modo, con questa nuova cultura e con questa nuova immagine, credo che la vostra categoria risulterà vincente nella sua rivendicazione di un nuovo status, che è una rivendicazione - come è stato detto - non di categoria, ma in favore della Giustizia tutta. Grazie (applausi).

 

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