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L’AUGE al Salone della Giustizia < 3-6 Dicembre 2009 – Fiera di Rimini
Il 2009 che sta per concludersi è stato un anno veramente intenso per tutti noi dell’AUGE: un anno iniziato con lo splendido successo del 1° Congresso AUGE di Rimini nel Gennaio scorso, seguito a Marzo dalle audizioni in Commissione Giustizia del Senato sul DDL 749 per l’istituzione della professione intellettuale dell’ufficiale giudiziario. A Giugno invece è stata inaugurata a Perugia la Scuola di formazione AUGE per gli ufficiali giudiziari, tra gli ospiti è intervenuto il Senatore Domenico Benedetti Valentini, relatore del DDL 749 in Commissione. A Settembre, una nostra delegazione ha preso parte all’XI Congresso dell’UIHJ a Marsiglia; a Ottobre infine, abbiamo organizzato a Bologna il secondo incontro formativo sui Titoli esecutivi europei, a cui è intervenuto il Senatore Filippo Berselli. Nel frattempo abbiamo avuto colloqui con la maggior parte dei Senatori che compongono la Commissione Giustizia del Senato e numerosi articoli di quotidiani nazionali e saggi sulla giustizia (vedi “La Palude” di Massimo Martinelli- Gremese editore) hanno parlato dell’AUGE e di libera professione per gli ufficiali giudiziari. Non c’era mai stata, a memoria di coloro che da anni si battono per questa idea, un’attenzione così alta. Non c’era mai stato un confronto così serrato, in una Commissione del Senato della Repubblica, sulla riforma dello status degli ufficiali giudiziari.
Il 2009 è stato un anno cruciale per la storia degli ufficiali giudiziari italiani e per l’AUGE che, in quell’aula della Commissione Giustizia, si è confrontata con i sindacati di categoria uscendone, contrariamente a tutte le nefaste previsioni, rafforzata.
Il DDL 749 non solo non è stato ritirato ma è, possiamo dirvi con certezza, attualmente oggetto di attenzione e di studio da parte del Ministro della Giustizia e del suo entourage.
Chi era presente a Bologna il 16 ottobre scorso ha sentito chiaramente quanto dichiarato dal Senatore Filippo Berselli, che appunto la settimana successiva il Senatore si sarebbe incontrato con il Ministro Alfano e gli avrebbe illustrato ulteriormente il suo DDL.
Sappiamo che il Ministro ha confermato l’interesse per un’ipotesi di riforma in senso liberale della nostra professione e che ha dato mandato al suo staff di studiarne i probabili piani di attuazione.
Cosa vuol dire tutto ciò?
Vuol dire che i nostri sforzi per portare al centro dell’attenzione del Governo il tema ufficiali giudiziari liberi professionisti non sono stati vani e che la partita da giocare è quella insita nell’innovativo DDL 749 e non certo quella stagnante nella contrattazione del Pubblico impiego che, da un decennio oramai, ha impantanato i sindacati sulle riqualificazioni fantasma e attualmente li sta imbrigliando in una bizzarra quanto ridicola assegnazione, secondo “criteri meritocratici”, del FUA.
Del resto le ultime cronache, tratte dal sito LISUG, parlano chiaro: in tema di contrattazione riguardante gli unep, come espressamente dichiarato dal Segretario Generale del Lisug, Nino Laganà: “siamo all’ammazzacaffè e non alla frutta” http://www.lisug.it/spip.php?article2262.
Insomma, il potere contrattuale dei nostri rappresentanti è oramai sepolto ed escludendo i miseri aumenti delle trasferte, che con meravigliosa puntualità ci giungono ogni anno a tapparci la bocca e annebbiarci gli occhi, null’altro di nuovo si intravvede sul fronte sindacale.
Se a tutto ciò aggiungiamo l’entrata in vigore imminente, 15 novembre 2009, del Decreto Brunetta che impedisce il passaggio alla fascia superiore agli ufficiali giudiziari ex B3, oggi F4/F3, non laureati, possiamo veramente dire che i sindacati sono caduti in un burrone che a risalirlo ci vorranno secoli.
Noi dell’AUGE non gioiamo di tutto ciò. Analizziamo i fatti e quello che vediamo ci fa rabbia. Pensiamo alla meritocrazia: pensiamo in che modo vorrebbero applicarla agli unep (i capi degli uffici decideranno a chi spetterà la quota incentivante del FUA) ma i capi degli uffici che non conoscono, neppure di vista, gli ufficiali giudiziari, dovranno necessariamente far riferimento ai Dirigenti Unep, e tutti noi sappiamo quale sciagurato scenario si prospetta in merito a tali scelte. Gli unep di nuovo in fiamme, gli unep di nuovo campi di battaglia come accadde con l’interfungibilità: ciò che sembrava una trovata geniale si è rivelata poi un boomerang. Niente passaggi di area senza concorso, e oggi senza laurea, e stipendio sempre da B3, altro che la prospettata unificazione delle figure professionali. E se diamo un’occhiata alle nuove piante organiche ci accorgiamo che agli ufficiali giudiziari ex C1, oggi F2/F1, è stato precluso ogni avanzamento di carriera. Dove sono finiti i posti da ex C2 ed ex C3?
Tuttavia noi riteniamo che con la meritocrazia auspicata e disciplinata dal Decreto Brunetta, ai sindacati viene offerto un assist inimmaginabile, tanto per buttarla nel calcio, e cioè la possibilità di proporre, con cognizione di causa:
a) l’attribuzione all’ufficiale giudiziario, che redige un verbale di pagamento in sue mani, di un diritto percentuale all’ammontare del credito recuperato;
b) l’attribuzione all’ufficiale giudiziario, che ha redatto un verbale di pignoramento positivo, di un diritto percentuale alla somma recuperata dalla vendita coattiva dei beni pignorati;
c) l’attribuzione all’ufficiale giudiziario, che ha redatto un verbale di pignoramento positivo, di un diritto percentuale all’ammontare del credito recuperato in caso di pagamento da parte del debitore in mani degli istituti vendite giudiziarie nel giorno in cui si presentino per ritirare i beni da sottoporre alla vendita forzata.
Perché, in merito al punto c) ci auguriamo che tutti voi sappiate che nel caso in cui il debitore paghi nelle mani dell’IVG, per evitare l’asporto dei beni, all’IVG compete il 3 o 4 % del credito riscosso. Ci sembra giusto, ma ci sembrerebbe ancora più giusto che noi ufficiali giudiziari che rischiamo in prima battuta, che riusciamo a convincere i debitori a pagare o a farsi pignorare i beni, proprio per dirla in maniera elementare, noi che mettiamo in campo una professionalità trasversale che attinge all’esperienza che maturiamo sulla strada come alla psicologia, al diritto come al buon senso, dovremmo essere remunerati in base ai risultati che conseguiamo e non in base ai soli chilometri percorsi, perché è ovvio che essere retribuiti solo in base ai chilometri percorsi ci spinge a percorrere sempre più chilometri, giammai a conseguire un risultato cercando di percorrere il minor numero di chilometri possibili. Più antieconomici di così.
Insomma, non ci vuole poi così tanto a comprendere che la meritocrazia per gli ufficiali giudiziari va applicata in questo senso e non attraverso valutazioni astratte messe in campo da Dirigenti Unep e Capi degli uffici che si baseranno su criteri assolutamente ridicoli per ripartire un FUA sempre più sfuggente.
Noi crediamo che una “notifica in mani proprie” debba essere remunerata in misura maggiore rispetto ad una notifica che avviene mediante il deposito alla casa comunale, perché una “notifica in mani proprie” protegge il processo fino in Cassazione, mentre una notifica ex art. 140 c.p.c. fa rinviare immediatamente il processo, in particolare quelli per intimazione di sfratto, ma non solo quelli, qualora il destinatario non si presenti all’udienza.
Noi crediamo che un verbale di pignoramento negativo, così come una notifica che fa rinviare un processo, non procuri alcun profitto ai cittadini coinvolti, alle imprese che devono recuperare un credito, alle casse dello Stato e tantomeno a noi che continuiamo a rigirarci tra le mani cento volte sempre le stesse carte; e laddove non c’è un profitto, come sosteneva Keynes, c’è sicuramente un danno, e noi sappiamo quanto danno procura a noi stessi e agli altri questa inefficienza.
Insomma un sindacato dovrebbe, a nostro avviso, approfittare del decreto Brunetta per rilanciare proposte che mirino all’efficienza e non alla conservazione di effimeri privilegi. Un sindacato dovrebbe affrontare con coraggio un discorso simile e spiegare al Ministro Brunetta, al Ministro Alfano, che agli ufficiali giudiziari la meritocrazia va sì applicata, ma con criteri diversi dagli altri pubblici impiegati. Un sindacato degli ufficiali giudiziari avrebbe dovuto spiegare ai Ministri quanto sia diverso il nostro lavoro da quello dei cancellieri, e non rincorrere il FUA o le riqualificazioni indistintamente.
Noi crediamo che il nostro lavoro, la nostra funzione espletata con professionalità, contribuisca ad attenuare il livello di conflittualità tra le parti: noi siamo mediatori senza ricompensa, siamo assistenti sociali senza riconoscimento. Un nostro atto può influire pesantemente sul vissuto quotidiano, può cambiare la vita di una persona, di una famiglia o di una impresa. Noi dell’AUGE abbiamo preso coscienza di ciò e ci stiamo battendo per far sì che chi sia chiamato a disciplinare gli ufficiali giudiziari lo sappia. Ci stiamo impegnando per far sì che chi sia chiamato a legiferare in merito conosca dettagliatamente i risvolti del nostro lavoro. Noi abbiamo compreso, osservando i nostri colleghi europei, che un recupero di credito amichevole influisce positivamente sul debitore, sul creditore, sulla convivenza civile, sui costi che le parti devono affrontare e su noi stessi che non amiamo sfondare porte per asportare beni che nessuno acquisterà, e ci stiamo sforzando per realizzare ciò.
Noi riteniamo che istituire la significazione degli atti giudiziari sia un grande segno di civiltà in uno Stato di diritto, perché solo garantendo i diritti si possono sanzionare i doveri non assolti e stiamo lavorando per far approvare il ddl 749 anche per far sì che la significazione entri nei nostri codici di procedura, così come la constatazione diventi un mezzo di prova inconfutabile.
Ci stiamo dedicando a tutto ciò per far sì che gli avvocati possano riconoscere nell’ufficiale giudiziario libero professionista un consulente valido e preparato in materia di notifiche e di esecuzioni. Stiamo lavorando per rafforzare questa sinergia, a nostro avviso vincente.
Lo sforzo per raggiungere questo traguardo è duro. La credibilità di noi ufficiali giudiziari è minima. L’immaginario collettivo colloca il nostro tra i lavori più infimi, eppure noi stiamo all’attuazione della Giustizia per i cittadini e per le imprese come la Guardia di Finanza sta alla lotta all’evasione fiscale per l’Erario. Ma non per questo vogliamo pistole nei cinturoni o manette da infilare a chicchessia. Vorremmo però gli stessi mezzi, le stesse strutture della Guardia di Finanza. Vorremmo innalzare lo standard della nostra professionalità, e vorremmo che l’essenzialità del nostro ruolo sia altrettanto riconosciuta. E se fino ad oggi questo non è avvenuto ci sovviene il sospetto che forse siamo stati male rappresentati; ovvero se così non fosse, allora dobbiamo riconoscere che molta della colpa è solo nostra che pur di aggrapparci al carrozzone della Pubblica Amministrazione abbiamo accettato e continuiamo ad accettare le umiliazioni più assurde e le offese più inaudite, come quella, e tanto per citare un esempio, che non ci riconosce l’uso del mezzo proprio se la nostra zona è servita da mezzi pubblici. E questa la dice lunga sul grado di conoscenza del nostro lavoro da parte di chi ha redatto quella circolare. O forse conosce bene il nostro lavoro, e in tal caso la conclusione è ancora più preoccupante.
Dobbiamo constatare purtroppo che la mancanza di un Ordine professionale ci ha escluso dal partecipare da protagonisti ai nuovi istituti giuridici che si stanno affacciando sul nostro sistema, si veda la c.d. “testimonianza scritta” assunta dai soli notai e l’istituzione della figura del mediatore, con finalità deflattive, a cui potranno accedere professionisti delle materie più disparate (anche non laureati) ma non gli ufficiali giudiziari. Crediamo che sia giunta l’ora di gridare basta a questa marginalità che non fa giustizia al nostro ruolo.
Occorre pertanto prendere atto, con onestà intellettuale, che fino a quando rimarremo aggrappati al carrozzone della Pubblica Amministrazione le umiliazioni e le frustrazioni non finiranno. A meno che non amiamo credere alle favole e illuderci che con il decreto Brunetta e la sua meritocrazia ci verrà riconosciuto quanto ci spetta.
Perciò abbiamo detto basta. Perciò sosteniamo il DDL 749 e crediamo che la libera professione sia l’unica riforma possibile per l’ufficiale giudiziario. E ne abbiamo fatto il nostro slogan.
L’ufficiale giudiziario, elemento essenziale dello stato di diritto: ricordate? Si intitolava così il nostro 1° primo Congresso di Rimini e noi continuiamo a credere di essere essenziali, necessari, insopprimibili, specifici. E la nostra specificità va difesa. La formazione su cui stiamo investendo da qualche tempo, a nostro avviso, sarà lo scudo inespugnabile contro cui si scontreranno tutti coloro che non hanno mai voluto riconoscere all’ufficiale giudiziario il posto che merita nel panorama delle professioni giuridiche. Sta a noi lottare per raggiungere ciò. Noi dell’AUGE abbiamo deciso di farlo ed è per questo che vi chiediamo di sostenerci. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti voi che credete che occorra una svolta decisiva nel nostro modus operandi. Ci batteremo affinché ci sia riconosciuta la possibilità di dimostrare che la libera professione funzionerà anche in Italia come funziona in 21 Paesi europei, e non ci stancheremo mai di ripeterlo. Diamoci questa possibilità oggi che la riforma della Giustizia è attualità assoluta.
Stiamo mettendo in campo iniziative che presto porteranno la riforma dell’ufficiale giudiziario al centro dell’attenzione dei media nazionali: a Dicembre saremo presenti con lo stand AUGE al Salone della Giustizia di Rimini. Sarà una grande occasione per divulgare ancora di più la nostra idea e per dimostrare che gli ufficiali giudiziari vogliono essere protagonisti delle loro riforme e non subirle. Spiegheremo a tutti gli esponenti politici che verranno, e a tutti i Ministri del Governo presenti, perché la libera professione per l’ufficiale giudiziario italiano, insita nel DDL 749, può davvero essere una grande riforma al servizio della Giustizia, del cittadino e delle imprese.
E per fare ciò abbiamo bisogno del vostro appoggio, del vostro contributo, e della vostra presenza.
Aspettiamo il vostro sostegno. E arrivederci a Rimini.
Il Direttivo AUGE
Arcangelo D’Aurora
Andrea Mascioli
Deborah Minasi
Adele Carrera
Paolo Pesa
Giuseppe Marotta
Il Coordinamento della Scuola di Formazione AUGE
Orazio Melita (Unep Grammichele)
Francesca Biondini (Unep Tivoli)
Giovanni De Filippo (Unep Varese)
Alberto Monari (Unep Piacenza)
Pasquale Porciello (Unep Avellino)
Cristiano Ragni (Unep Como)
Francesco Ranieri (Unep Milano)
Marco Tognella (Unep San Donà di Piave)