Associazione di studio, formazione e informazione per la valorizzazione della figura dell'ufficiale giudiziario

 

17/10/2004 - Vi consiglio di stampare l'articolo e leggere con calma ... Gli articoli di Salvatore portano sempre a delle riflessioni.... grazie salvatore 

angelo 

 

ACCADDE SU MARTE UNA CONVENZIONE CON LE POSTE   

Il quindicesimo giorno del mese di Luglio dell’anno zero, il Ministero della Giustizia stipula una convenzione con le Poste italiane Spa in merito alla gestione del servizio notificazioni a mezzo del servizio postale.

In pratica: il Ministro della Giustizia, scelto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, ex art. 92 della Carta Costituzionale, si accorda (appunto stipula una convenzione), con il Ministro del Tesoro (perché, in pratica: l’ente Poste Spa è a capitale pubblico controllato interamente dal Ministero del Tesoro) che, qualora ci fosse il relativo Ministro, sarebbe sempre, come quello della Giustizia, scelto dal Presidente del Consiglio ma, poiché Tre-Monti, dopo aver fatto Tre-Mare operai, industriali e l’intera economia italiana (si) è stato “licenziato”, e il Ministero del Tesoro è stato assunto ad interim dal Presidente del Consiglio ecco che per stipulare la convenzione erano in due, precisamente: il Ministro della Giustizia (scelto dal Presidente del Consiglio) e il Presidente del Consiglio in qualità di responsabile del Ministero del Tesoro.

Ancora: trovandoci nell’anno zero non poteva di certo finire così.

 Qualche mese fa Mediolanum (una banca online) ha ottenuto di potersi servire della rete di sportelli delle poste italiane (la rete di sportelli più grande del Paese), con un semplice e canonico contratto.

La Mediolanum è di proprietà per il 36,7% di Ennio Doris (carissimo amico e socio del Presidente del Consiglio, ma questo particolare non è rilevante), e per il 35,5% del Presidente del Consiglio.

           Ritorniamo al tavolo di prima, (eravamo rimasti a numero due seduti), da una parte il Ministro della Giustizia (scelto dal Presidente del Consiglio) e dall’altra il Ministro del tesoro nella persona del Presidente del Consiglio, per chiudere un accordo fra Giustizia e Poste la cui rete è, per contratto, di gestione Mediolanum; quindi il terzo convitato è Ennio Doris (per il 36,7% delle azioni Mediolanum), e il quarto convitato è il Presidente del Consiglio (per il 35,5% delle azioni Mediolanum).

L’On. Fassino, già Ministro della Giustizia, firmò in data 10.05.2001 l’accordo di programma con l’Ente Poste in merito al servizio notificazioni atti giudiziari. On. Fassino, più grandi e più piccoli di Lei hanno battuto a testa alta la via di Damasco.

 Comunque torniamo su Marte.

Non solo su Marte nell’anno zero non esisteva la litigiosità classica dei popoli meridionali e degli italiani in particolare (su Marte altra classe, altro stile), ma su quel tavolo ben imbandito, non polemizzarono affatto (salvo una lievissima discussione sulla durata della riunione, che vide coinvolti il Presidente del Consiglio, il Ministro del Tesoro e il titolare del 35,5% delle azioni Mediolanum, subito svanita in quanto dovuta a un semplice qui pro quo di chi è uno e trino), altro stile, altra classe rispetto alle burrascose riunioni fra i Togliati, i De Gasperi, gli Agnelli, i Lama, i Cossiga, i Moro e i Berlinguer (forse a quei tavoli c’era troppa gente, ma!), gente poco avvezza alle buone maniere, senza una scuola ad hoc tipo “la Milano da bere”, (Moro per esempio coniò la frase: “certe idee valgono per quel che costano e non per quel che rendono”, ma insomma che ingiuria e mai questa! E tienitele per te quelle idee! Ve lo immaginate Aldo Moro in quel tavolo con queste trovate? Insomma gente di un altro pianeta.

 

Quindi con classe e stile, la banca online (insomma una di quelle senza via e numero), si ritrova con 14.000 (quattordicimila) vie e numeri, tanti sono gli uffici delle poste italiane. Intesa, la più grande banca italiana, ne ha 2.100. In breve: la rete più grande d’Italia. Inferiore soltanto ai Carabinieri e… alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana (che per fortuna nell’anno zero ancora non esisteva). E comunque, gente a piedi scalzi, mal vestita e con barba incolta che passa il tempo a gridare che gli ultimi saranno i primi, che siamo tutti uguali, che prediletto è il  Regno dei poveri, non avrebbe affittato una capanna a Porto Cervo.

Ma torniamo a cose più laiche. 

I quasi 150.000 dipendenti attuali delle poste italiane, già straoberati di lavoro ai limiti del collasso, dovranno sobbarcarsi anche i servizi bancari che già rappresentano più del 40% dei ricavi (come dire che: se i tempi di partenza e di arrivo di una raccomandata, fino a ieri non era fra le principali preoccupazioni dell’ente poste, da domani sarà solo un piccolo disturbo), basti solo pensare alla differenziazione già esistente fra le code kilometriche in tutti gli sportelli e la celerità in quelli riservati ai clienti bancoposta. Per non parlare dei Direttori che ormai vengono valutati non in base all’efficienza dell’ufficio postale (i parametri erano appunto le code agli sportelli e i tempi di recapito delle raccomandate), ma in base a ciò che hanno venduto. Sì proprio così: venduto. Sono i nuovi “marocchini” del mercato globale, solo che anziché accendini vendono pacchetti bancari, ma i modi, l’insistenza insomma lo stile e la classe sono gli stessi. Ormai le impiegate postali di una volta non esistono più, oggi sono tutte “rampanti e piccole industriali della finanza creativa”, per ogni raccomandata ti fanno 10 domande col sorriso standard come insegnato al corso di formazione: “e dove ha il suo conto? E quanto le danno di interesse? E come le comunicano il rendiconto? insomma la peggior concorrente dell’ente poste e proprio la Mediolanum.

La spinta verso la vendita di prodotti bancari e assicurativi è davvero impressionante, portando a cambiare non solo i simpatici e vecchi Direttori dalla faccia umana con i nuovi “marocchini” del credito, ma lo stesso clima e la stessa mentalità degli operatori. Vi sono unep ove i B 3 rientrano dalle poste con ormai due ore di ritardo rispetto a prima, “forzatamente ricevuti” dal sorrisone del nuovo Direttore “bellone in giacca e cravatta” sicuro di far parte ormai del salotto buono dei finanzieri italiani che, ignorando il peso di centinaia di buste verdi addosso al mal capitato, si esibisce come un brooker borsistico. Per fortuna in molti uffici le B 2, dopo alcuni ritardi e, fattisi due conti, hanno aperto il loro conto presso le poste, non tanto per il tasso di interesse ma per poter rientrare nei tempi standard e riuscire a caricare tutti gli atti in giornata, senza dover andare in ufficio anche di sera.

Pur importante certo, il fatto che, in queste condizioni, come si può sperare che le citazioni e i ricorsi vengano notificati in termini? Non dico “in die”, ma permettetemi di dire che la gravità affonda direttamente su un altro piano: il fattore psicologico, lo stravolgimento della vita social-quotidiana della “gente” normale. Quella che ha sempre visto, ed è sempre andata all’ufficio postale come ad una casa familiare.

La nonnina del mio paesino, tanto per fare un esempio, andava in posta come ad una festa “non calendarizzata” e col cuore pulsante gioia raccontava all’impiegata Sig.ra Maria anche il contenuto della lettera in partenza scritta per il fratello emigrato in Germania. Trovarsi ora la Sig.ra Maria, noi diremo: culturalmente violentata da un bestiale stage nella “Milano da bere”, che ignora “la lettera al fratello”, per parlare di numeri e tassi d’interesse sulla sua pensione qualora accreditata in conto poste, è devastante, saccheggia, spoglia e depreda il calore umano, riducendo a brandelli il mondo di una donna che ha avuto l’unica colpa di invecchiare a tal punto da vedere il mondezzaio delle anime del nuovo mondo. Pure i miei nipotini (cioè l’altra faccia anagrafica di questo mondo), sono stati investiti dal ciclone “Maria”. Le nonne e le zie non rientrano più dalle poste per organizzare la solita, mensile, festa in famiglia che seguiva al ritiro della pensione. Tutto aveva un senso oltre che di umano calore familiare, di momento emotivo dell’esistere in tanti, non essere soli in questa brutta società, ma anche pedagogico. La mia nonnina donava parti della pensione ai nipotini col sistema Montessori, tracciando una reale linea di demarcazione fra ciò che è bene e ciò che è male: “a te 30 mila lire perché sei andato bene a scuola, a te solo 10.000 perché hai mancato di rispetto a tua madre e cosi via in una sapiente utilizzazione del danaro”. Oggi il “marocchino” e la scomparsa e clonata vampira Sig.ra Maria hanno distrutto tutto. La nonnina rientra dalle poste, i nipotini sono tutti lì in attesa che venga deciso chi di loro è stato più bravo, come in una corsa in concorrenza verso il bene, ma più bravo è stato il “marocchino”. Infatti la nonnina “convinta ma senza capirci niente”, esibisce uno strano pezzo di carta spiegando agli ammutoliti nipotini che da oggi sono proprietari di un’azione per 30,00 euro e: riprova (non capisce il nuovo, ma la sapienza è nel sangue), la suddivisione stile Montessori, mentre le lacrime iniziano a bagnare i visi dei poveri bambini ignari che la colpa non è della nonna ma di questa brutta società che noi tutti gli stiamo costruendo e imponendo. E non piangono perché si scopre poi che le azioni erano della Cirio o della Parmalat, piangono perché non c’è più la nonnina: mangiata da un pescecane che credeva sua amica, a sua volta ingoiata dal “marocchino”, rotella piccola ma efficiente di un sistema impazzito.

 Per la cronaca sono già 3.600.000 i clienti correntisti bancoposta.

 Sono già 30.000 i postini il cui rapporto di lavoro si trasformerà a tempo. Significherà che ogni tre/sei mesi una faccia nuova busserà nelle nostre porte, con in mano qualche raccomandata verde, confusa, con centinaia di moduli strani che portano il freddo e il buio di una notte d’inverno se solo la nonnina vi appone mezza firma. E per decidere se lasciare entrare queste facce sconosciute, “vampiri a domicilio”, per quello, la nonnina sarà da sola, non vi sarà né lo Stato, nè i nipotini né il vecchio, solito amico postino che oltre al recapito provvedeva anche a controllare che facce strane non si aggirassero nei paraggi, come fosse “anche” un poliziotto di quartiere.

 Sono già 5.000 i piccoli centri ove gli uffici postali sono a rischio chiusura in seguito a una studiata operazione risparmio fatta dai commercialisti degli affetti, dai commercianti dell’amore. Li chiamano uffici diseconomici, quelli che in media servono non più di 500 famiglie (ma per lo sportello raccomandate o in quello bancoposta?!). Questi uffici spesso rappresentano gli unici presidi pubblici sul territorio, luoghi d’incontro e di solidarietà, e poi “la lettera al fratello” la nonnina come la spedisce? 

Questa è la violenza, questa è la devastazione degli affaristi e dei commercianti del Creato. Questa è una forma pura del saccheggio, della spietatezza, della furia crudele e brutale con la quale l’uomo si mangia (fino a scoppiare) il Creato. Il profitto non può giustificare tutto. No. La “velocità” nel recapito di una maledetta raccomandata, che tra l’altro, da quanto detto è veramente una ipotesi improbabile, non può distruggere ciò che sono alcuni fondamenti della vita comune. Non è modernità, progresso. No. E’ semplicemente crudeltà, bestialità. E’ un scendere delle tenebre, è il freddo buio della notte che entra di prepotenza negli spifferi che tutti noi, coscienti o meno, abbiamo lasciato aperti nella nostra casa comune.

Viviamo, senza rendercene conto, in una società con nuove barbarie e nuovi moderni barbari. Non ci sono più gli eccidi e le guerre dei secoli scorsi, ma tante, minuscole, piccole guerre quotidiane generate dall’angoscia dell’essere “sopra” una innaturale scala ove più sali e più sei. E più sali in alto più vuoi salire ancora più su, salvo rendersi conto che ognuno di noi sale la propria scala in completa solitudine. In questo caso il “marocchino del credito”, o la “clonata vampira”, tanti, in tanti altri casi. Tutto accade intorno a noi, come se tutto non ci riguardasse, come se loro non fossero uno di noi, e noi non fossimo come loro, un attimo prima che venissero ingoiati dall’ansia del danaro, ormai unico metro di misura dell’essere. Come in un campo profughi virtuale ognuno vive la sua solitudine convinto di trovarsi insieme a tutti gli altri. E continuiamo a crearci spazi virtuali all’infinito in nome della velocità e del profitto. La relazione umana ormai ci angoscia per desuetudine, l’abitudine al virtuale, la sua comodità consistente nel poter spegnere: con chiunque e qualunque tipo di rapporto o comunicazione, quando e come vogliamo, ci ha portato ad evitare quanto più possibile la relazione reale. Anche la “nonnina” è un punto merce, anche lei è soltanto un prodotto esposto nel mercato del consumo. Anche lei è un pacchetto da esibire ai fini del budget, in questo spazio sociale tetro e buio. E l’uomo budget crescerà, nelle viscere delle pareti domestiche, solo futuri uomini budget, ammalati dalla nascita di egoismo, egocentrismo ed individualismo. Per loro sarà ancora più difficile vedere in un altro una persona capace di dargli emozioni diverse dall’aumento del proprio portafoglio clienti. Ed è emblematico che in queste fredda società, perduta e sperduta, ove milioni di persone abitano lo stesso palazzo, camminano sulle stesse strade senza neanche vedersi, il termine “cliente” (cioè quanto di più distante possa immaginarsi da un rapporto “umano”), sia rimasto uno dei pochi frammenti di possibile contato fra “persone”. E in questa bestiale “società dei clienti” tutta tesa con angoscia al massimo profitto anche il lessico ha avuto la sua parte: “non è solo mio amico, è anche mio cliente”, non è espressione che nasce in un orizzonte spazio-tempo qualunque. Prima è necessario dare sepoltura alla società dei valori, all’etica dei principi poi, ma solo poi compare l’avverbio: ad indicare che oggi vi è qualcosa di più “dell’amicizia”, perché non vi può essere niente di più del “cliente”. Domani le notifiche verranno eseguite via internet. Domani continueremo a crearci altri “non luoghi”, vuoti spazi di vita virtuale ove i cuori, le emozioni e la solidarietà umana sono le prime vittime. Talmente ci abitueremo che sarà difficile per ciascuno incontrare ciascuno. Già oggi è latente l’ansia del diverso, ma domani il diverso non è solo chi lo è oggi, domani vedremo il diverso anche nelle mura delle pareti domestiche, domani vedremo il diverso in noi stessi.

Questa è la società che stiamo costruendo, una somma di persone ciascuna con un proprio habitat, generatrice di solitudine, ansie e insicurezze le quali si autoalimentano da loro stesse e su se stesse.

Salvo alla fine rendersi conto che l’unica salvezza a questa globalizzazione della solitudine, a questa società di non persone sociali  è ritornare a stare insieme: nelle piazze, nei circoli, nelle famiglie, nell’ufficio postale magari con la rinata sig.ra Maria a raccontarle i contenuti di una lettera uscita dal cuore.

 Assumete tutti i vincitori del concorso ultimo. Fattene altri se c’e ne bisogno e lasciate che sia lo Stato a bussare alle porte delle nonnine italiane. Lasciate che la legge venga portata a domicilio non come una pizza express “quattro stagioni con pescecane”, ma col rispetto che si deve a colui che si comunica un suo problema, grande o piccolo che sia, non spetta al mittente stabilirlo.

Fatte in modo che sia una persona a comunicare con una persona. Evitate, almeno su quel po’ che rimane, che sia il virtuale a trattare il reale, perché reale è il problema giudiziario di una persona. Quello non si può spegnere semplicemente staccando una spina. 

 Non fatelo per noi, fatelo almeno per le vostre nonne e per i vostri nipotini.

 Dr. Salvatore Saba