Unione Internazionale Ufficiali Giudiziari
Membre de l’Union Internationale des Huissiers des Justice et
officiers Judiciaires - 42, rue De Douai , 75009 PARIS - Membro Consultivo del
Consiglio Economico e Sociale dell’ONU - Membro della Convenzione dell’HAYE
– Membro del Consiglio d’Europa.
INFORMATIVA CONSIGLIO PERMANENTE U.I.H.J.
Per l’Associazione erano presenti il capo Delegazione Arcangelo D’Aurora e i componenti del comitato internazionale: Corrado Macchia, Schepis Antonino, Schepis Antonella;
In rappresentanza del Sottosegretario di Stato On. Baccini era presente il collega Federico Ferraro .
La scelta di Roma per questo importante evento internazionale è nata soprattutto dall’augurio dell’Unione Internazionale e dal Suo Presidente Isnard, di arrivare presto a liberalizzare la professione anche nel nostro paese in quanto l’Italia è una grande nazione e merita una figura prestigiosa alla pari di quegli stati che hanno già adottato questa nuova figura europea.
L’Unione Internazionale, nel confermare grande stima e affidabilità dei rappresentati dell’UIUG, ha affidato l’organizzazione del Consiglio Permanente di Roma alla nostra Associazione ed ha, al termine dei lavori, ringraziato pubblicamente i delegati UIUG per la professionalità dimostrata.
L’apertura dei lavori del Consiglio è stata fatta dal collega Corrado Macchia, Presidente dell’UIUG, il quale nel ringraziare i presenti ha espresso grande apprezzamento per il sostegno, non solo morale, dato dall’Unione Internazionale alla nostra associazione, per il conseguimento dell’obiettivo della libera professione.
A questo punto il collega Macchia ha ceduto la parola al Presidente Isnard.
“Mai
un Consiglio Permanente Europeo ha
richiamato tanti partecipanti. Circa 30 delegazioni sono presenti oggi, fra le
quali si sono aggiunti i rappresentanti sud-americani, canadesi e perfino di
Haiti. Si potrebbe attribuire all’effetto attrattivo del luogo meraviglioso
che ci offre Roma per spiegare questa affluenza eccezionale. Senza dubbio,
sarebbe questa una spiegazione se tuttavia la situazione della nostra
professione non suscitasse una tale forza di interesse.
Dal 1994, dopo qualche settimana dal Congresso di Varsavia, l’Unione
internazionale mostra chiaramente lo scopo della sua azione. Allorquando a
quell’epoca molti stavano ancora ad interrogarsi sulle conseguenze della
caduta del muro di Berlino e su quelle della frantumazione dell’Impero
Sovietico, voi avete deciso, voi Presidenti e capi-delegazione, di dare voce
all’U.I.H.J. per assumere una dimensione mondiale.
Alcuni di noi, sicuramente ricordano
di quel Consiglio Permanente del Novembre 1994 a Parigi, quando analizzando la
situazione del mondo, decidemmo di sviluppare la nostra influenza su tutti i
Continenti, coscienti che la mondializzazione dell’economia che si prevedeva,
già necessitava della messa in atto di misure di equilibrio.
Noi siamo stati fra i primi a dire quale faccia abbia una forza economica
che tende a dominare tutto, quale faccia abbia questa potenza del denaro e degli
affari, e che occorre che noi Ufficiali Giudiziari, ma anche i Giuristi in
generale, reagiscano affinché le generazioni che ci seguono possano conservare
la loro cultura e la loro anima.
Dal momento che militiamo affinché sulla mondializzazione degli affari
si elevi la mondializzazione del diritto, dappertutto noi cerchiamo di scuotere
le energie affinché progressivamente si tessa questa tela che farà si che un
giorno, forse, il diritto sarà fonte di equilibrio necessario a tutti i popoli.
L’Europa, noi lo sappiamo avanza a due velocità con, da una parte
l’Unione Europea e dall’altra parte i paesi dell’est, del centro e gli
stati Baltici. Noi sappiamo anche che presto o tardi le due parti si fonderanno.
Noi lo sappiamo molto bene che all’est come al centro, come intorno al
baltico, tutti si affannano a riformare le loro istituzioni improntandosi ai
criteri di adesione all’Unione europea.
Ma l’Europa giudiziaria è stata per lungo tempo relegata al rango di
parente povero. Molto prima che si sogni al diritto dei cittadini in qualità di
valore giuridico di natura civile o penale, si è creata prima l’Europa della
libera circolazione di persone e di beni, quella dell’economia, della moneta
……Ma oggi noi siamo in pieno in quella della giustizia. E non vi
ingannate di essere di Londra o di Varsavia, è ormai della stessa Europa che
noi parliamo.
Noi siamo un certo numero ad essere stati i
testimoni di questi capovolgimenti. Noi, abbiamo conosciuto in effetti questo
periodo, a volte recente o lontano, di tutti quegli stati nuovamente restituiti
alla democrazia con dei governi contro i quali noi abbiamo perfino lottato per
l’istituzione della figura professionale dell’Ufficiale Giudiziario. Io ho
visto, con alcuni di voi, in questi Stati che la nostra professione si è
accresciuta e che si è già evoluta.
Mi ricordo oh, sono passati già tre anni, nel dirvi nuovi fratelli
ungheresi, slovacchi, polacchi: “ interessatevi dell’Unione europea e delle
convenzioni, perché ben presto arriverà il vostro turno nel quale sarete voi
stessi gli attori”. Le mie parole non incontrarono allora che una eco
relativa.
Oggi tutti cercano di allinearsi ad uno “statuto standard”. In
ultimo, i Cechi, curiosamente ben lontani dall’Unione e molto recentemente, da
qualche giorno, i Lituani.
Ma, che cosa è lo “statuto standard” europeo? Non vi è, in
verità, una risposta a questa domanda.
In realtà è possibile disporre di un certo numero
di riferimenti che lasciano agevolmente prevedere ciò che deve presto diventare
l’Ufficiale Giudiziario in Europa.
Il primo riferimento attiene, questo è legittimo, all’U.I.H.J. che,
dall’ultimo Consiglio Permanente che si è tenuto in Italia – a Stresa nel
1991 - ha deciso di promuovere una
professione indipendente, liberale, formata da giuristi di alto livello e
responsabili delle loro azioni.
E’ in seguito, più recentemente, a Mosca, nell’ottobre scorso, la 24°
conferenza dei Ministri europei della giustizia, riuniti sotto l’insegna del
Consiglio d’Europa, ha emesso un forte segnale riprendendo gli stessi
fondamenti di competenza, di formalità, di
responsabilità che noi difendiamo.
Questa convergenza di vedute tra il Consiglio d’Europa e l’U.I.H.J.
tiene ad una volontà: quella di rafforzare l’efficacia della giustizia, di
darle una più elevata credibilità e di avvicinare il giudicando alla propria
giustizia.
Tutto questo ha un momento cruciale: quello in cui prende corpo una
giustizia che perde progressivamente la propria autonomia nazionale per
rivestire una forma sovradimensionata: quella di tutto un continente.
Ora bisogna esserne ben coscienti, lo spazio della giustizia europea
proclamato in occasione del Consiglio di Tampere in ottobre del 1999 ha
ingenerato dei testi comunitari, cioè il regolamento del 29 maggio 2000 sulla
trasmissione degli atti giudiziari, che funzionano male.
Perché funzionano male?
Perché i loro fondamenti dovrebbero
articolarsi intorno all’attività di un professionista che sia un giurista in
grado di trasmettere gli atti giudiziari direttamente al giudicando e questo
professionista non esiste dappertutto in Europa.
Per rimediare a questa carenza, hanno dunque triturato e manipolato un
regolamento che – peggiore prima ancora della sua pubblicazione – presenta
un arretramento in termini di efficacia nella misura in cui sopprime
l’articolo IV del protocollo addizionale della Convenzione di Bruxelles del 27
settembre 1968 che favoriva la trasmissione diretta degli atti fra ufficiali
ministeriali così come l’articolo 10 b della Convenzione dell’Aia che
applica lo stesso regime.
Oggi occorrono ancora delle settimane, anche dei mesi, per fare
significare o notificare un atto e in condizioni a volte contestabili rendendo
impossibile la certezza della consegna al suo destinatario.
Tutto ciò perché non vi è dappertutto un professionista che esercita
la funzione di significazione. Tutto questo perché non è possibile di inviare
con il più elementare mezzo di comunicazione contemporaneo – il fax –
direttamente un atto da professionista a professionista.
Bisogna, quindi, rivedere lo statuto degli agenti incaricati della
significazione in Europa, sia che essi si chiamino Judicial Officiers,
Gerichtswolzier, Ufficiali Giudiziari o altro.
L’Italia ci lascia molto sperare e l’Unione internazionale aveva
salutato con molto entusiasmo il progetto di legge del 14 maggio 1998 recante la
creazione della professione libera dell’Ufficiale Giudiziario. Da allora
il presidente Corrado Macchia non ha risparmiato i suoi sforzi per concretizzare
questa riforma.
L’Unione internazionale ha sostenuto con la più grande convinzione
l’azione dei nostri confratelli a favore dell’adozione di questo statuto.
Noi abbiamo detto allora che quello statuto era in tutti i punti ammirevole e
costituiva uno dei più moderni esistenti in Europa.
Abbiamo da allora ardentemente lottato con i nostri colleghi italiani per
l’ approvazione di quello statuto perché noi consideriamo nell’Unione
internazionale che l’adozione di uno statuto liberale da parte dell’ Italia,
uno dei più grandi paesi, contenitore della cultura giuridica in Europa,
darebbe accelerazione al processo di realizzazione di questa Europa giudiziaria
che pena a disegnarsi.
Il silenzio manifestato dalle autorità italiane da lunghi mesi non ci
rassicura. Malgrado gli appoggi apportati qua e la dai sostenitori del progetto,
questo è rimasto molto statico.
Poi giunse, da qualche settimana, questa decisione presa dal governo di
creare la “Commissione di studio per la riforma del processo civile”.
Naturalmente questa iniziativa non può che rallegrarci per il fatto che
è stata accompagnata dalla nomina nella commissione del presidente Corrado
Macchia delegato nell’Unione internazionale e instancabile promotore del
progetto.
Noi ci felicitiamo per le decisioni prese dal governo italiano nella
misura in cui la riforma della procedura dovrebbe accompagnarsi ad una
evoluzione della situazione degli Ufficiali Giudiziari e noi reiteriamo a
Corrado Macchia tutti i nostri complimenti per la sua nomina.
Comunque sia, l’Unione internazionale sarà
sempre a fianco delle autorità di questo paese e dei suoi Ufficiali Giudiziari
per promuovere l’integrazione dell’Ufficiale Giudiziario italiano alla
grande corrente europea.
Questo potrebbe essere facilitato
dalle nuove disposizioni del codice di procedura civile che – se sono
credibili le mie informazioni – consacrerebbero una gran parte di esso
all’apertura sull’Europa.
Ma i nostri lavori non saranno articolati solamente attorno alla
situazione italiana. Noi evocheremo l’Europa in generale con, innanzitutto, le
disposizioni dell’Unione europea di tre misure prese e che ci toccano
direttamente, si tratta di:
-
la
trasparenza patrimoniale
-
i
provvedimenti provvisori e i provvedimenti conservatori
-
i
provvedimenti di esecuzione con preventiva apprensione bancaria.
In seguito noi parleremo della situazione degli
Ufficiali Giudiziari nei differenti stati dell’Unione europea e quella degli
altri stati. Se alcune evoluzioni ci rallegrano, noi possiamo osservare che
delle altre ci inquietano.
Il Consiglio d’Europa è tradizionalmente aperto alle delegazioni
americane. Senza dubbio un giorno – aumentando il numero degli aderenti di
questo continente – sarà necessario prevedere un Consiglio americano. Ma non
ci siamo ancora.
Pur non di meno, gli interventi dei rappresentanti della NAPPS (USA), del
Brasile, dell’Argentina, di Haiti, saranno particolarmente attesi. I nostri
lavori metteranno in evidenza ancora una volta tutta l’importanza della
formazione e tutto l’interesse che l’Unione pone su questo argomento.
Qualunque decisione i nostri colleghi africani abbiano preso in occasione
del Consiglio africano che si è svolto al Cairo il 24 e 25 aprile scorso, noi
saremo portati ad esaminare una proposta di risoluzione tendente a consacrare
questa azione elevandola al rango di obiettivo fondamentale.
Signore e Signori, avete potuto constatare oggi che, per la prima volta
siedono al mio fianco:
i Procuratores spagnoli
i Secretaires argentini.
E’ un momento assolutamente storico per l’Unione. L’arrivo dei
nostri amici è la concretizzazione di una volontà che ci è cara, ed è una
immensa gioia accogliere un amico che ho avuto il privilegio di frequentare da
10 anni. L’arrivo degli argentini deve essere salutato con tutto il nostro
entusiasmo.
Avrò ancora l’occasione di ritornare su questi avvenimenti perché tra
poco voteremo la loro ammissione all’U.I.H.LJ.
Ci tengo a salutare la loro presenza oggi a Roma , malgrado la situazione
drammatica che vivono, essi hanno tenuto a raggiungerci. E’ un momento molto
grave. Sappiano che l’appoggio dell’Unione è loro assicurato.
Dicevo momento storico, ciò è indiscutibile perché
la presenza degli argentini allarga l’apertura sul mondo ispanico la cui
cultura è un prezioso apporto.
Infine, altra presenza che ci rallegra è quella di M. Gintaras
Matkeviclus che rappresenta la Lituania la cui adesione all’Unione è stata
votata ad Atene ( c’erano al Consiglio Permanenete di Parigi 2001) ma egli
siede per la prima volta a nome degli Ufficiali Giudiziari. Ciò a causa del
fatto che la legge che istituisce la professione di Ufficiale Giudiziario è
stata votata due settimane fa.
Voglio esprimere i miei vivi ringraziamenti perché la loro
partecipazione dimostra l’interesse che hanno per la nostra professione e per
i nostri fratelli italiani.
La vostra presenza ha sicuramente contribuito a dare prestigio a questa
manifestazione. Ringrazio tutte le autorità che hanno favorevolmente risposto
all’invito degli organizzatori con i quali tengo a felicitarmi per il lavoro
che hanno fatto per l’organizzazione di questo Consiglio Permanente.
I miei complimenti vanno in particolare a Corrado Macchia e a tutti
coloro che hanno collaborato con lui.……..”
Per l’Italia gli interventi sono stati fatti da:
- - Federico Ferraro, in qualità di Assistente Politico dell’ On. Baccini, Sottosegretario di Stato del Ministero degli Affari Esteri, impegnato nelle note consultazioni amministrative. Egli ha espresso l’impegno politico del suo partito a portare avanti con determinazione questo prestigioso obiettivo che non è solo l’aspirazione dell’Unione Italiana o internazionale, ma anche un’esigenza Europea. Ha concordato inoltre con il Presidente Isnard nell’auspicare che l’Europa appena nata, anche quella giudiziaria, possa viaggiare su di un unico binario, alla stessa velocità e verso una medesima direzione. Ha infine auspicato una nuova ed ancora più puntuale collaborazione dell’Unione Internazionale con il Governo italiano per la realizzazione di una figura dell’Ufficiale Giudiziario in un’ottica decisamente comunitaria.
- Professor Benedetto Delvecchio, docente dell’Università di Cassino, ha riproposto il “passaporto europeo” in tema di diritto notificatorio. Il Professore inoltre ha affermato che l’unica figura in grado di offrire al cittadino una garanzia oggettiva dell’atto da notificare è l’Ufficiale Giudiziario. Ha precisato l’inaffidabilità della notifica a mezzo posta, evidenziando che solo la notificazione mediante consegna dell’atto a mani proprie è in grado di offrire tutte quelle informazioni “strumenti” necessari per il destinatario di tutelare i propri interessi ovvero di consentire ai Giudici italiani ed europei, prima di ogni decisione, la certezza – conoscenza - che il convenuto ha ricevuto adeguata informazione per difendersi.
Si è augurato che anche nel nostro paese si arrivi a istituire l’atto di significazione per atti di rilevanza giuridica, che prevede tassativamente la notificazione a mani fatta dall’Ufficiale Giudiziario che a differenza di quella per posta spesso, per ovvii motivi, pregiudica i diritti di difesa del cittadino.
- Luciano Luciani, ha evidenziato le grande anomalie del processo esecutivo italiano rispetto a quello di altri paesi Europei, proponendo soluzioni e adeguamenti di mezzi e strumenti capaci di rendere efficiente la figura dell’Ufficiale Giudiziario italiano.
- Corrado Macchia, è intervenuto in qualità di componente della commissione di modifica del codice del processo civile. Ha informato l’assemblea l’importanza che riveste questa commissione per tutta la categoria degli Ufficiali Giudiziari. Il collega Macchia ha precisato che i lavori della commissione proseguono con grande impegno da parte di tutti i componenti e si concluderanno a breve. Pertanto, solo in quel momento, sarà possibile, sulla base del documento conclusivo della commissione presieduta dall’esimio professor Romano Vaccarella, valutare le soluzioni di delega presentate, che costituiranno le fondamenta del nuovo processo civile italiano.
Per
gli interventi degli altri delegati si segnala:
- Leon Netten (Vice Presidente – Olanda) ha comunicato che l’UIHJ ha presentato la propria candidatura all’Unione Europea, per la gara di uno studio sulle esecuzioni delle decisioni giudiziarie negli stati membri ed in particolare sulla trasparenza del patrimonio del debitore, sui provvedimenti cautelari e sui sequestri bancari. La relazione finale di questo studio comprenderà una valutazione della procedura esecutiva di ogni singolo paese in relazione all’efficienza o inefficienza in questa particolare materia che riveste un ruolo fondamentale per gli investimenti e la tutela del cittadino. L’importanza di tale studio rappresenterà una svolta per il futuro di ogni ufficiale giudiziario europeo in quanto obbligherà tutti i paesi aderenti all’U.E. ad istituire una figura unica europea, in funzione delle direttive dell’Unione stessa.. “La posta in gioco è enorme e se non sarà l’UIHJ a vincere la gara di appalto è bene che ogni paese stia in guardia per evitare che interessi privati pregiudichino il prestigio dell’Huissier de Justice o dell’Ufficiale Giudiziario.” Maitre Netten ha comunque ribadito che l’UIHJ ha tutte le carte in regola, per competenza e affidabilità, per ricevere questo prestigioso incarico europeo.
- Me Carlos Resende, Presidente dei Solicitadores (Ufficiali Giudiziari) Portoghesi ha informato l’assemblea che è già stata approvato la legge sull’istituzione della figura libera professionale, ma che non è ancora operativa in quanto vi sono state le elezioni politiche, con un nuovo governo, e sono in attesa delle norme transitorie. Ha concluso con una battuta cercando una motivazione valida sul perché la Francia per la notificazione di atti richiede ai paesi membri un costo mentre il Portogallo, come anche l’Italia, è tutto gratuito.
- Jean Paul Spinelli (Francia) ha informato l’assemblea sugli sviluppi europei del T.E.E. (titolo esecutivo europeo). L’Unione Europea ha già espresso la volontà di promuovere l’idea di una ingiunzione veloce a livello europeo formulata dalla Svezia e dalla Grecia. Su questo argomento l’Unione Internazionale si è impegnata a tenere informati i propri delegati. Me Spinelli inoltre ha risposto alle domande inerente alla sua partecipazione alla “Giornata dei Presidenti” che si è tenuta a Parigi in merito alle difficoltà emerse nell’applicazione del regolamento europeo in materia di notificazione ed in particolare nel pagamento delle spese e quando il destinatario dell’atto è sconosciuto.
Hanno inoltre preso la parola i Capi delegazione dell’Estonia, Lituania, Slovacchia, Polonia, paesi in cui è stata istituita di recente la figura liberale dell’Ufficiale Giudiziario. Hanno ringraziato pubblicamente l’Unione Internazionale per aver collaborato con i propri governi nella stesura del progetto di legge realizzando una figura prestigiosa e di grande utilità per i loro Paesi che si apprestano a far parte della grande famiglia europea.
I
delegati di Grecia, Belgio, Ungheria, ed altri Stati, hanno esposto le
iniziative governative a favore ed a sostegno degli ufficiali giudiziari
liberali.
La
delegazione Tedesca ha comunicato, con grande soddisfazione, di aver superato le
divergenze interne ed oggi tutti gli Ufficiali Giudiziari della Germania sono
pronti per il salto di qualità verso la libera professione. Hanno dimostrato
grande entusiasmo e fiducia dopo gli incontri che hanno avuto con i
rappresentati governativi.
L’Austria è un caso da prendere come esempio per noi ufficiali giudiziari italiani. Un anno fa i colleghi austriaci non erano quasi più colleghi in quanto il loro governo aveva trasferito a privati quasi tutte le funzioni più importanti ed un disegno di legge prevedeva la cancellazione di questa figura. Per fortuna, grazie anche all’intervento della Germania, il governo austriaco ha rivisto e rivalutato, in un contesto europeo, che privarsi di questa figura significava isolarsi dal resto d’Europa. I colleghi austriaci hanno comunque precisato che la volontà della categoria e quella governativa è per una figura libero professionale.
Sono seguiti altri interventi.
Ha concluso i lavori il Presidente Isnard, il
quale ha dato appuntamento a tutti gli ufficiali giudiziari a Tunisi il prossimo
anno (tra maggio e giugno) in occasione del congresso dell’Unione
Internazionale.
Arcangelo
D’Aurora
Segretario
nazionale
Nb. La giornata del sabato è stata annullata - su richiesta dell’assemblea - in quanto tutti gli argomenti all’ordine del giorno sono stati regolarmente discussi e votati nella giornata di venerdì 25 maggio.