Unione Internazionale Ufficiali Giudiziari

Membre de l’Union Internationale des Huissiers des Justice et officiers Judiciaires - 42, rue De Douai , 75009 PARIS - Membro Consultivo del Consiglio Economico e Sociale dell’ONU - Membro della Convenzione dell’HAYE – Membro del Consiglio d’Europa.  

 INFORMATIVA CONSIGLIO PERMANENTE U.I.H.J.  

  In data 25 maggio 2002 si è svolto a Roma il Consiglio Permanente dell’Union Internationale des Huissiers des Justice et officiers Judiciaires. Oltre alla presenza di tutti i delegati dei paesi europei, membri dell’U.I.H.J., hanno partecipato i delegati del Brasile, Canada, Haiti e Argentina.

 Per l’Associazione erano presenti il capo Delegazione Arcangelo D’Aurora e i componenti del comitato internazionale: Corrado Macchia, Schepis Antonino, Schepis Antonella;

In rappresentanza del Sottosegretario di Stato On. Baccini era presente il collega Federico Ferraro .

 La scelta di Roma per questo importante evento internazionale è nata soprattutto dall’augurio dell’Unione Internazionale e dal Suo Presidente Isnard, di arrivare presto a liberalizzare la professione anche nel nostro paese in quanto l’Italia è una grande nazione e merita una figura prestigiosa alla pari di quegli stati che hanno già adottato questa nuova figura europea.

 L’Unione Internazionale, nel confermare grande stima e affidabilità dei rappresentati dell’UIUG, ha affidato l’organizzazione del Consiglio Permanente di Roma alla nostra Associazione ed ha, al termine dei lavori, ringraziato pubblicamente i delegati UIUG per la professionalità dimostrata.

 L’apertura dei lavori del Consiglio è stata fatta dal collega Corrado Macchia, Presidente dell’UIUG, il quale nel ringraziare i presenti ha espresso grande apprezzamento per il sostegno, non solo morale, dato dall’Unione Internazionale alla nostra associazione, per il conseguimento dell’obiettivo della libera professione.

A questo punto il collega Macchia ha ceduto la parola al Presidente Isnard.

  Traduzione del discorso di Isnard.

 “Mai un  Consiglio Permanente Europeo ha richiamato tanti partecipanti. Circa 30 delegazioni sono presenti oggi, fra le quali si sono aggiunti i rappresentanti sud-americani, canadesi e perfino di Haiti. Si potrebbe attribuire all’effetto attrattivo del luogo meraviglioso che ci offre Roma per spiegare questa affluenza eccezionale. Senza dubbio, sarebbe questa una spiegazione se tuttavia la situazione della nostra professione non suscitasse una tale forza di interesse.

            Dal 1994, dopo qualche settimana dal Congresso di Varsavia, l’Unione internazionale mostra chiaramente lo scopo della sua azione. Allorquando a quell’epoca molti stavano ancora ad interrogarsi sulle conseguenze della caduta del muro di Berlino e su quelle della frantumazione dell’Impero Sovietico, voi avete deciso, voi Presidenti e capi-delegazione, di dare voce all’U.I.H.J. per assumere una dimensione mondiale.

            Alcuni di noi, sicuramente  ricordano di quel Consiglio Permanente del Novembre 1994 a Parigi, quando analizzando la situazione del mondo, decidemmo di sviluppare la nostra influenza su tutti i Continenti, coscienti che la mondializzazione dell’economia che si prevedeva, già necessitava della messa in atto di misure di equilibrio.

            Noi siamo stati fra i primi a dire quale faccia abbia una forza economica che tende a dominare tutto, quale faccia abbia questa potenza del denaro e degli affari, e che occorre che noi Ufficiali Giudiziari, ma anche i Giuristi in generale, reagiscano affinché le generazioni che ci seguono possano conservare la loro cultura e la loro anima.

            Dal momento che militiamo affinché sulla mondializzazione degli affari si elevi la mondializzazione del diritto, dappertutto noi cerchiamo di scuotere le energie affinché progressivamente si tessa questa tela che farà si che un giorno, forse, il diritto sarà fonte di equilibrio necessario a tutti i popoli.

            L’Europa, noi lo sappiamo avanza a due velocità con, da una parte l’Unione Europea e dall’altra parte i paesi dell’est, del centro e gli stati Baltici. Noi sappiamo anche che presto o tardi le due parti si fonderanno. Noi lo sappiamo molto bene che all’est come al centro, come intorno al baltico, tutti si affannano a riformare le loro istituzioni improntandosi ai criteri di adesione all’Unione europea.

            Ma l’Europa giudiziaria è stata per lungo tempo relegata al rango di parente povero. Molto prima che si sogni al diritto dei cittadini in qualità di valore giuridico di natura civile o penale, si è creata prima l’Europa della libera circolazione di persone e di beni, quella dell’economia, della moneta ……Ma oggi noi siamo in pieno in quella della giustizia. E non vi ingannate di essere di Londra o di Varsavia, è ormai della stessa Europa che noi parliamo.

 Noi siamo un certo numero ad essere stati i testimoni di questi capovolgimenti. Noi, abbiamo conosciuto in effetti questo periodo, a volte recente o lontano, di tutti quegli stati nuovamente restituiti alla democrazia con dei governi contro i quali noi abbiamo perfino lottato per l’istituzione della figura professionale dell’Ufficiale Giudiziario. Io ho visto, con alcuni di voi, in questi Stati che la nostra professione si è accresciuta e che si è già evoluta.

            Mi ricordo oh, sono passati già tre anni, nel dirvi nuovi fratelli ungheresi, slovacchi, polacchi: “ interessatevi dell’Unione europea e delle convenzioni, perché ben presto arriverà il vostro turno nel quale sarete voi stessi gli attori”. Le mie parole non incontrarono allora che una eco relativa.

            Oggi tutti cercano di allinearsi ad uno “statuto standard”. In ultimo, i Cechi, curiosamente ben lontani dall’Unione e molto recentemente, da qualche giorno, i Lituani.

            Ma, che cosa è lo “statuto standard” europeo? Non vi è, in verità, una risposta a questa domanda.

In realtà è possibile disporre di un certo numero di riferimenti che lasciano agevolmente prevedere ciò che deve presto diventare l’Ufficiale Giudiziario in Europa.

            Il primo riferimento attiene, questo è legittimo, all’U.I.H.J. che, dall’ultimo Consiglio Permanente che si è tenuto in Italia – a Stresa nel 1991 -  ha deciso di promuovere una professione indipendente, liberale, formata da giuristi di alto livello e responsabili delle loro azioni.

             E’ in seguito, più recentemente, a Mosca, nell’ottobre scorso, la 24° conferenza dei Ministri europei della giustizia, riuniti sotto l’insegna del Consiglio d’Europa, ha emesso un forte segnale riprendendo gli stessi fondamenti di competenza, di formalità, di  responsabilità che noi difendiamo.

            Questa convergenza di vedute tra il Consiglio d’Europa e l’U.I.H.J. tiene ad una volontà: quella di rafforzare l’efficacia della giustizia, di darle una più elevata credibilità e di avvicinare il giudicando alla propria giustizia.

            Tutto questo ha un momento cruciale: quello in cui prende corpo una giustizia che perde progressivamente la propria autonomia nazionale per rivestire una forma sovradimensionata: quella di tutto un continente.

             Ora bisogna esserne ben coscienti, lo spazio della giustizia europea proclamato in occasione del Consiglio di Tampere in ottobre del 1999 ha ingenerato dei testi comunitari, cioè il regolamento del 29 maggio 2000 sulla trasmissione degli atti giudiziari, che funzionano male.

            Perché funzionano male?

 Perché i loro fondamenti dovrebbero articolarsi intorno all’attività di un professionista che sia un giurista in grado di trasmettere gli atti giudiziari direttamente al giudicando e questo professionista non esiste dappertutto in Europa.

            Per rimediare a questa carenza, hanno dunque triturato e manipolato un regolamento che – peggiore prima ancora della sua pubblicazione – presenta un arretramento in termini di efficacia nella misura in cui sopprime l’articolo IV del protocollo addizionale della Convenzione di Bruxelles del 27 settembre 1968 che favoriva la trasmissione diretta degli atti fra ufficiali ministeriali così come l’articolo 10 b della Convenzione dell’Aia che applica lo stesso regime.

            Oggi occorrono ancora delle settimane, anche dei mesi, per fare significare o notificare un atto e in condizioni a volte contestabili rendendo impossibile la certezza della consegna al suo destinatario.

            Tutto ciò perché non vi è dappertutto un professionista che esercita la funzione di significazione. Tutto questo perché non è possibile di inviare con il più elementare mezzo di comunicazione contemporaneo – il fax – direttamente un atto da professionista a professionista.

            Bisogna, quindi, rivedere lo statuto degli agenti incaricati della significazione in Europa, sia che essi si chiamino Judicial Officiers, Gerichtswolzier, Ufficiali Giudiziari o altro.

             L’Italia ci lascia molto sperare e l’Unione internazionale aveva salutato con molto entusiasmo il progetto di legge del 14 maggio 1998 recante la creazione della professione libera dell’Ufficiale Giudiziario. Da allora il presidente Corrado Macchia non ha risparmiato i suoi sforzi per concretizzare questa riforma.

            L’Unione internazionale ha sostenuto con la più grande convinzione l’azione dei nostri confratelli a favore dell’adozione di questo statuto. Noi abbiamo detto allora che quello statuto era in tutti i punti ammirevole e costituiva uno dei più moderni esistenti in Europa.

             Abbiamo da allora ardentemente lottato con i nostri colleghi italiani per l’ approvazione di quello statuto perché noi consideriamo nell’Unione internazionale che l’adozione di uno statuto liberale da parte dell’ Italia, uno dei più grandi paesi, contenitore della cultura giuridica in Europa, darebbe accelerazione al processo di realizzazione di questa Europa giudiziaria che pena a disegnarsi.

            Il silenzio manifestato dalle autorità italiane da lunghi mesi non ci rassicura. Malgrado gli appoggi apportati qua e la dai sostenitori del progetto, questo è rimasto molto statico.

            Poi giunse, da qualche settimana, questa decisione presa dal governo di creare la “Commissione di studio per la riforma del processo civile”.

            Naturalmente questa iniziativa non può che rallegrarci per il fatto che è stata accompagnata dalla nomina nella commissione del presidente Corrado Macchia delegato nell’Unione internazionale e instancabile promotore del progetto.

            Noi ci felicitiamo per le decisioni prese dal governo italiano nella misura in cui la riforma della procedura dovrebbe accompagnarsi ad una evoluzione della situazione degli Ufficiali Giudiziari e noi reiteriamo a Corrado Macchia tutti i nostri complimenti per la sua nomina.

Comunque sia, l’Unione internazionale sarà sempre a fianco delle autorità di questo paese e dei suoi Ufficiali Giudiziari per promuovere l’integrazione dell’Ufficiale Giudiziario italiano alla grande corrente europea.

            Questo potrebbe essere  facilitato dalle nuove disposizioni del codice di procedura civile che – se sono credibili le mie informazioni – consacrerebbero una gran parte di esso all’apertura sull’Europa.

            Ma i nostri lavori non saranno articolati solamente attorno alla situazione italiana. Noi evocheremo l’Europa in generale con, innanzitutto, le disposizioni dell’Unione europea di tre misure prese e che ci toccano direttamente, si tratta di:

-         la trasparenza patrimoniale

-         i provvedimenti provvisori e i provvedimenti conservatori

-         i provvedimenti di esecuzione con preventiva apprensione bancaria.

In seguito noi parleremo della situazione degli Ufficiali Giudiziari nei differenti stati dell’Unione europea e quella degli altri stati. Se alcune evoluzioni ci rallegrano, noi possiamo osservare che delle altre ci inquietano.

            Il Consiglio d’Europa è tradizionalmente aperto alle delegazioni americane. Senza dubbio un giorno – aumentando il numero degli aderenti di questo continente – sarà necessario prevedere un Consiglio americano. Ma non ci siamo ancora. 

            Pur non di meno, gli interventi dei rappresentanti della NAPPS (USA), del Brasile, dell’Argentina, di Haiti, saranno particolarmente attesi. I nostri lavori metteranno in evidenza ancora una volta tutta l’importanza della formazione e tutto l’interesse che l’Unione pone su questo argomento.

            Qualunque decisione i nostri colleghi africani abbiano preso in occasione del Consiglio africano che si è svolto al Cairo il 24 e 25 aprile scorso, noi saremo portati ad esaminare una proposta di risoluzione tendente a consacrare questa azione elevandola al rango di obiettivo fondamentale.

            Signore e Signori, avete potuto constatare oggi che, per la prima volta siedono al mio fianco:

i Procuratores spagnoli

i Secretaires argentini.

            E’ un momento assolutamente storico per l’Unione. L’arrivo dei nostri amici è la concretizzazione di una volontà che ci è cara, ed è una immensa gioia accogliere un amico che ho avuto il privilegio di frequentare da 10 anni. L’arrivo degli argentini deve essere salutato con tutto il nostro entusiasmo.

            Avrò ancora l’occasione di ritornare su questi avvenimenti perché tra poco voteremo la loro ammissione all’U.I.H.LJ.

            Ci tengo a salutare la loro presenza oggi a Roma , malgrado la situazione drammatica che vivono, essi hanno tenuto a raggiungerci. E’ un momento molto grave. Sappiano che l’appoggio dell’Unione è loro assicurato.

Dicevo momento storico, ciò è indiscutibile perché la presenza degli argentini allarga l’apertura sul mondo ispanico la cui cultura è un prezioso apporto.

             Infine, altra presenza che ci rallegra è quella di M. Gintaras Matkeviclus che rappresenta la Lituania la cui adesione all’Unione è stata votata ad Atene ( c’erano al Consiglio Permanenete di Parigi 2001) ma egli siede per la prima volta a nome degli Ufficiali Giudiziari. Ciò a causa del fatto che la legge che istituisce la professione di Ufficiale Giudiziario è stata votata due settimane fa.

            Voglio esprimere i miei vivi ringraziamenti perché la loro partecipazione dimostra l’interesse che hanno per la nostra professione e per i nostri fratelli italiani.

            La vostra presenza ha sicuramente contribuito a dare prestigio a questa manifestazione. Ringrazio tutte le autorità che hanno favorevolmente risposto all’invito degli organizzatori con i quali tengo a felicitarmi per il lavoro che hanno fatto per l’organizzazione di questo Consiglio Permanente.

            I miei complimenti vanno in particolare a Corrado Macchia e a tutti coloro che hanno collaborato con lui.……..”

 Per l’Italia gli interventi sono stati fatti da:

-        -         Federico Ferraro, in qualità di Assistente Politico  dell’ On. Baccini, Sottosegretario di Stato del Ministero degli Affari Esteri, impegnato nelle note consultazioni amministrative. Egli  ha espresso l’impegno politico del suo partito a portare avanti con determinazione questo prestigioso obiettivo che non è solo l’aspirazione dell’Unione Italiana o internazionale, ma anche  un’esigenza Europea. Ha concordato inoltre con il Presidente Isnard  nell’auspicare che l’Europa appena nata, anche quella giudiziaria,  possa viaggiare su di un unico binario, alla stessa velocità e verso una medesima direzione. Ha infine auspicato una nuova ed ancora più puntuale collaborazione dell’Unione Internazionale con il Governo italiano per la realizzazione di una figura dell’Ufficiale Giudiziario in un’ottica decisamente comunitaria. 

-         Professor Benedetto Delvecchio, docente dell’Università di Cassino, ha riproposto il “passaporto europeo” in tema di diritto notificatorio. Il Professore inoltre ha affermato che l’unica figura in grado di offrire al cittadino una garanzia oggettiva dell’atto da notificare è l’Ufficiale Giudiziario. Ha precisato l’inaffidabilità della notifica a mezzo posta, evidenziando che solo la notificazione mediante consegna dell’atto a mani proprie è in grado di offrire tutte quelle informazioni “strumenti” necessari per il destinatario di tutelare i propri interessi ovvero di consentire ai Giudici italiani ed europei, prima di ogni decisione, la certezza – conoscenza - che il convenuto ha ricevuto adeguata informazione per difendersi.

Si è augurato che anche nel nostro paese si arrivi a istituire l’atto di significazione per atti di rilevanza giuridica, che prevede tassativamente la notificazione a mani fatta dall’Ufficiale Giudiziario che a differenza di quella per posta spesso, per ovvii motivi, pregiudica i diritti di difesa del cittadino.

-         Luciano Luciani, ha evidenziato le grande anomalie del processo esecutivo italiano rispetto a quello di altri paesi Europei, proponendo soluzioni e adeguamenti di mezzi e strumenti capaci di rendere efficiente la figura dell’Ufficiale Giudiziario italiano.

-         Corrado Macchia, è intervenuto in qualità di componente della commissione di modifica del codice del processo civile. Ha informato l’assemblea l’importanza che riveste questa commissione per tutta la categoria degli Ufficiali Giudiziari. Il collega Macchia ha precisato che i lavori della commissione proseguono con grande impegno da parte di tutti i componenti e si concluderanno a breve. Pertanto, solo in quel momento, sarà possibile, sulla base del documento conclusivo della commissione presieduta dall’esimio professor Romano Vaccarella, valutare le soluzioni di delega presentate, che costituiranno le fondamenta del nuovo processo civile italiano.

 Per gli interventi degli altri delegati si segnala:

-         Leon Netten (Vice Presidente – Olanda) ha comunicato che l’UIHJ ha presentato la propria candidatura all’Unione Europea, per  la gara di uno studio sulle esecuzioni delle decisioni giudiziarie negli stati membri ed in particolare sulla trasparenza del patrimonio del debitore, sui provvedimenti cautelari e sui sequestri bancari. La relazione finale di questo studio comprenderà una valutazione della procedura esecutiva di ogni singolo paese in relazione all’efficienza o inefficienza in questa particolare materia che riveste un ruolo fondamentale per gli investimenti e la tutela del cittadino. L’importanza di tale studio rappresenterà una svolta per il futuro di ogni ufficiale giudiziario europeo in quanto obbligherà tutti i paesi aderenti all’U.E. ad istituire una figura unica europea, in funzione delle direttive dell’Unione stessa.. “La posta in gioco è enorme e se non sarà l’UIHJ a vincere la gara di appalto è bene che ogni paese stia in guardia per evitare che interessi privati pregiudichino il prestigio dell’Huissier de Justice o dell’Ufficiale Giudiziario.” Maitre Netten ha comunque ribadito che l’UIHJ ha tutte le carte in regola, per competenza e affidabilità, per ricevere questo prestigioso incarico europeo.

-         Me Carlos Resende, Presidente dei Solicitadores (Ufficiali Giudiziari) Portoghesi ha informato l’assemblea che è già stata approvato la legge sull’istituzione della figura libera professionale, ma che non è ancora operativa in quanto vi sono state le elezioni politiche, con un nuovo governo, e sono in attesa delle norme transitorie. Ha concluso con una battuta cercando una motivazione valida sul perché la Francia per la notificazione di atti richiede ai paesi membri un costo mentre il Portogallo, come anche l’Italia, è tutto gratuito.

-         Jean Paul Spinelli (Francia) ha informato l’assemblea sugli sviluppi europei del T.E.E. (titolo esecutivo europeo). L’Unione Europea ha già espresso la volontà di promuovere l’idea di una ingiunzione veloce a livello europeo formulata dalla Svezia e dalla Grecia. Su questo argomento l’Unione Internazionale si è impegnata a tenere informati i propri delegati. Me Spinelli inoltre ha risposto alle domande inerente alla sua partecipazione alla “Giornata dei Presidenti” che si è tenuta a Parigi  in merito alle difficoltà emerse nell’applicazione del regolamento europeo in materia di notificazione ed in particolare nel pagamento delle spese e quando il destinatario dell’atto è sconosciuto.

 Hanno inoltre preso la parola i Capi delegazione dell’Estonia, Lituania, Slovacchia, Polonia, paesi in cui è stata istituita di recente la figura liberale dell’Ufficiale Giudiziario. Hanno ringraziato pubblicamente l’Unione Internazionale per aver collaborato con i propri governi nella stesura del progetto di legge realizzando una figura prestigiosa e di grande utilità per i loro Paesi che si apprestano a far parte della grande famiglia europea.

 I delegati di Grecia, Belgio, Ungheria, ed altri Stati, hanno esposto le iniziative governative a favore ed a sostegno degli ufficiali giudiziari liberali.

 La delegazione Tedesca ha comunicato, con grande soddisfazione, di aver superato le divergenze interne ed oggi tutti gli Ufficiali Giudiziari della Germania sono pronti per il salto di qualità verso la libera professione. Hanno dimostrato grande entusiasmo e fiducia dopo gli incontri che hanno avuto con i rappresentati governativi.

 L’Austria è un caso da prendere come esempio per noi ufficiali giudiziari italiani. Un anno fa i colleghi austriaci non erano quasi più colleghi in quanto il loro governo aveva trasferito a privati quasi tutte le funzioni più importanti ed un disegno di legge prevedeva la cancellazione di questa figura. Per fortuna, grazie anche all’intervento della Germania, il governo austriaco ha rivisto e rivalutato, in un contesto europeo, che privarsi di questa figura significava isolarsi dal resto d’Europa. I colleghi austriaci hanno comunque precisato che la volontà della categoria e quella governativa è per una figura libero professionale.

  Sono seguiti altri interventi.

 Ha concluso i lavori il Presidente Isnard, il quale ha dato appuntamento a tutti gli ufficiali giudiziari a Tunisi il prossimo anno (tra maggio e giugno) in occasione del congresso dell’Unione Internazionale.

 Arcangelo D’Aurora

Segretario nazionale


 Nb. La giornata del sabato è stata annullata - su richiesta dell’assemblea - in quanto tutti gli argomenti all’ordine del giorno sono stati regolarmente discussi e votati nella giornata di venerdì 25 maggio.


  UIHJ