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Padova, 8 novembre
2008
L’ufficiale giudiziario
che sognamo.
Potremmo intitolarla così la riunione che si è tenuta a Padova sabato 8 novembre nell’aula M, credo la più grande aula che ci sia, del tribunale di Padova. E per questo innanzitutto ringraziamo il Presidente del tribunale di Padova dott. Mario Fabiani per aver concesso all’AUGE l’autorizzazione ad utilizzare l’aula, nonostante ci sia chi protesta con i Presidenti delle Corti di Appello chiedendo loro di negare all’AUGE la possibilità di incontrare i colleghi nel luogo più appropriato, e cioè i Palazzi di Giustizia. E ci sembra giusto, in questo caso, oltre che opportuno, informarvi che il Segretario Generale del Lisug-UIL Nino Laganà ha inviato a settembre scorso una mail di protesta a tutti i presidenti delle Corti d’Appello chiedendo appunto di non concedere all’AUGE autorizzazioni ad utilizzare le aule per i loro incontri. Noi in verità avremmo preferito non leggerla quella mail, anche se si vociferava in giro da tempo della sua esistenza. Ma oggi che l’abbiamo letta non possiamo certo tacere. Non per ripicca, sia chiaro. E solo che noi riteniamo che non è così che si comporta un rappresentante sindacale. Voi siete liberi di trarre le vostre conclusioni, noi l’abbiamo fatto da tempo e riteniamo che questo modo di fare sindacato, non ci potrà certo tirare via dall’immobilismo in cui siamo caduti e per questo abbiamo deciso di impegnarci fino in fondo affinchè anche noi, come i nostri colleghi europei, potremmo avere uno status di liberi professionisti.
E l’incontro che si è tenuto a Padova, grazie all’impeccabile organizzazione di Antonio Caradonna, Presidente di AUGE-Padova, coadiuvato da Marco Tognella, Presidente AUGE- San Donà di Piave ci ha dato la conferma che siamo sulla strada giusta. Settanta e più, i colleghi che hanno partecipato: da Venezia, da Vicenza, da Soave, da Castelfranco Veneto, da Adria, da Belluno, da Verona, da Pordenone, ….. Interessanti gli interventi: a volte anche giustamente critici per quel timore che si ha quando ci si accinge ad una riforma. Perché l’u.g. privato dovrebbe essere più efficiente dell’u.g. pubblico? Con questa riforma ci sarà un aumento del costo della Giustizia per i cittadini. E non e poi vero che l’u.g. privato contribuirà allo sviluppo economico del nostro paese. In Italia abbondano gli avvocati e non esiste un libero mercato. Quali saranno le nostre tutele una volta che saremo privati? Sono stati questi i temi maggiormente toccati da coloro i quali ancora nutrono dubbi che la libera professione, come prevista dal DDL Berselli, non sia invece una grande occasione per tutti noi da prendere al volo, senza troppi timori.
Gli incontri AUGE li facciamo proprio per questo per spiegare che se ci uniamo, se ci confrontiamo, se conosciamo i risvolti del DDL Berselli non ci sarà difficile comprendere che da questa riforma avremo solo da guadagnarci. Sia sotto il profilo professionale, perché finalmente potremmo avere una formazione come Dio comanda, gestita da noi e soprattutto inerente alle nostre materie; sia sotto il profilo che riguarda la tutela economica - leggasi minimo garantito o assegno integrativo, ripresa dall’ordinamento notarile, il migliore sull’argomento, e che proporremo come emendamenti al Senatore Berselli; sia per quanto riguarda il profilo strettamente retributivo con tariffe degne di liberi professionisti, come avviene in tutta Europa, e non certo elemosine di aumenti di trasferte per sobbarcarci tutti i rischi insiti nel nostro lavoro quotidiano.
E per quanto riguarda il timore che magari gli avvocati non vedano l’ora di correre anche loro per una notifica di un atto che scade, o per un pignoramento o uno sfratto con casi pietosi connessi, ci è stato di aiuto, non solo la notizia che il Consiglio dell’Ordine di Padova, così come aveva deciso in precedenza quello di Milano, ha confermato a Caradonna la condivisione del DDL Berselli, ma anche l’intervento dell’avv. Maria Elena Calastri, rappresentante dell’AIGA - associazione italiana giovani avvocati. La risposta infatti era tutta nelle sue parole pronunciate, dopo aver ascoltato le preoccupazioni di alcuni che temevano l’attacco alle nostre funzioni da parte degli avvocati, insomma lei giovane avvocato di Padova l’ha detto chiaramente che: “lei come tutti i suoi colleghi vogliono fare gli avvocati e che a fare il nostro lavoro non ci pensano per niente…” ma ci osservano però, e sapeste come disapprovano quella velata arroganza che a volte ostentiamo contro di loro. “Certo poter avere a che fare con un ufficiale giudiziario professionista, che mi accolga con cortesia nel suo studio sarebbe un altro dire, e noi come avvocati, ci auguriamo che quanto prima i nostri interlocutori possano essere ufficiali giudiziari che nell’agire infondano il nostro stesso impegno, il nostro stesso interesse nel perseguire un obiettivo, e che si possa scegliere l’ufficiale giudiziario a cui affidare le nostre pratiche. Oggi molti nostri giovani colleghi sono a volte intimoriti nel parlare con l’ufficiale giudiziario. E mi chiedo spesso il perché non possa essere diverso…”
Certo, perché non possa essere diverso, ce lo chiediamo spesso anche noi.
Noi che entriamo nelle tasche e nelle case delle persone forse dovremmo metterci molto di più dall’altra parte e provare a fare il gioco pirandelliano di chiederci “come gli altri ci vedono”. Sarebbe un bell’indagare, e la risposta dell’avvocato Calastri dovrebbe farci riflettere molto, e comprendere quale potenzialità potrebbe avere il nostro futuro da liberi professionisti.
Si concludeva così l’ennesima tappa della lunga maratona dell’AUGE, lunga maratona perché in quella stessa giornata Andrea Mascioli, Vice Presidente AUGE e Corrado Cafasso, Presidente Auge-Latina incontravano a Bari, i colleghi della Corte d’Appello.
Bari e Padova nello stesso giorno, com’eravamo stati sabato 11 ottobre a Genova e Baiano. Ancora una volta Sud e Nord, ancora una volta un filo immaginario ha attraversato tutta l’Italia per riunirla intorno all’AUGE, a Padova presente con Arcangelo D’Aurora, Giuseppe Marotta, Michele Meo Presidente AUGE-Milano e Paolo Pesa.
Quando abbiamo iniziato questa avventura, lo avevamo detto: “gireremo l’Italia per incontrare tutti, favorevoli e contrari, dubbiosi e struzzi.” Sì anche loro, che come sempre preferiscono immergere la testa sotto la sabbia e far finta che il problema non esista. Far finta che tutto sommato andiamo bene così come si va, con molte infamie e poche lodi: l’importante non è cercare di migliorare le condizioni della nostra professione ma tirare a campare, tanto dopo 20 giorni è giorno di paga e quei pochi, ma forse per alcuni sono molti, maledetti e subito, come si suol dire cancellano ogni amarezza, ogni umiliazione, ogni negazione, ogni incidente, ogni rischio quotidiano, ogni pericolo, ogni paura: in fondo noi ufficiali giudiziari italiani siamo un po’ matti o masochisti se anche questa volta accettiamo senza colpo ferire, e per alcuni anche con felicità, i 15 centesimi lordi di aumento delle trasferte totalmente annullato dalla ulteriore e definitiva sottrazione delle “comunicazioni di cancelleria”.
La lunga maratona è proseguita il 15 novembre a Terni e il 22 Novembre a Monza. Poi una delegazione AUGE è volata a Parigi per un costruttivo confronto con i colleghi europei, sempre più coesi e preparati.
Prossimo
incontro il 13 dicembre, presso le Corte d’Appello di Torino, Bologna e il
Tribunale di Livorno a chiusura dell’anno
Giuseppe
Marotta
Responsabile Nazionale AUGE