Noi no!.....di Pino Lobrano
Ci
risiamo. Tutte le volte che qualcuno che non sia della parrocchia giusta prende
una qualche iniziativa, e perdipiù questa riscuote
successo, scoppiano i livori e i mal di pancia. Alcuni riescono a sopportare in
silenzio, altri debbono sbottare e rendere partecipe
il mondo della propria insofferenza.
L’ultima
occasione è stata offerta dallo stage organizzato a Rimini dal collega
D’Aurora sulle attività “parallele” a quelle istituzionali. Mi riferisco
all’articolo apparso sul n. 6 della rivista, a firma del collega Russo.
Ma
cosa ci siamo messi in testa, organizzare uno stage di aggiornamento
professionale, a pagamento, con la partecipazione di emeriti docenti e che vede
pure un’ ottima partecipazione. All’estero questi stage si fanno
normalmente. Ma noi no! Non è possibile.
E’
vero che in Europa, ma perfino in Africa e in Thailandia,
e non solo, l’Ufficiale Giudiziario gode di una
posizione di rilievo nell’ambiente giudiziario e al prestigio si uniscono i
buoni guadagni.
E’
vero che nel resto del mondo l’Ufficiale Giudiziario fa tutto quello che il
normale cittadino si aspetta che faccia, con capacità ed efficacia, limitandosi
allo stretto necessario di burocrazia.
Ma
noi no!
Guai
a parlare di queste cose, guai fare confronti.
Allora
restiamo in Italia. I concessionari della riscossione possono fare indagini di
tipo patrimoniale? Noi no!
Anche
a noi, come ai colleghi esteri, è richiesta la laurea e la partecipazione ad un
concorso a numero chiuso che passa per non essere uno dei più facili (o no?),
ma siamo pronti a dimenticarlo, in effetti stona con
un certo quadro mentale.
Perché
cercare aggiornamento professionale e nuovi sbocchi di attività,
noi no!
Noi
dobbiamo restare sempre gli stessi.
Dobbiamo
restare legati alla buona vecchia notifica (per via
telematica no, noi no!), magari fatta irritualmente
per intasare i procedimenti penali, per poter continuare a lamentarci su quanto
siamo brutti e cattivi.
Per
permettere ad altri di dire che non siamo capaci, che siamo
poco efficienti e toglierci ancora attività e competenze, in attesa di quello
che un sindacalismo vecchio stile non ci potrà mai dare. Salvo poi lamentarci
anche del sindacato.
Gli
avvocati possono fare le notifiche a mezzo posta
inserendo in parcella oltre alla spesa una congrua prebenda per l’attività
svolta? Noi no!
Il
collega Tarquini espone la normativa che conosce in
maniera approfondita?
E’
un “teoreta”. Per contro, se avesse studiato
meno, sarebbe sicuramente un temerario superficiale e staremmo lì a citargli le
leggi e gli articoli che gli sono sfuggiti!
Se
non erro questo atteggiamento mentale viene definito accidia
e anche il Vangelo è piuttosto severo nel giudizio.
Noi
no! Noi siamo di un’altra parrocchia: l’iniziativa di D’Aurora ci
è piaciuta, il collega Tarquini è una
persona in gamba e preparata, i colleghi hanno partecipato, il collega francese
Spinelli ci ha fatto i complimenti. Per una volta siamo contenti.
Alla
prossima.
Pino Lobrano
Pino la tua lettera aperta può essere diretta solo a persone come lui....mentre i (veri) colleghi, sanno leggere, capire, e.... non leggere.... ciao angelo.