SALA CONVEGNI
FRANCESCA BIBBO'
Con grande soddisfazione ho letto su “IL PORTAVOCE” di
giugno-luglio2001 le esposizioni e le sintesi dei colleghi
Marino e Capalbi sul convegno di Chieti del 23 e 24 giugno 2001.
Quale promotrice dello stesso, sono felice di aver
contribuito a realizzare un qualcosa che abbia permesso di evidenziare,
attraverso un autorevole dibattito, l’importanza del ruolo della categoria
degli Ufficiali Giudiziari nella società e la necessità di un miglioramento
della stessa al fine di rendere molto più efficiente questo particolare settore
della Giustizia.
Non è stata una cosa da poco organizzare il convegno, tenendo conto
delle distanze che separano me ed il collega Vincenzo Castellano dal Direttivo
dell’UIUG (i componenti sono sparsi per tutt’Italia), distanze accorciate
attraverso l’uso quotidiano del computer e della posta elettronica, senza
contare i sacrifici, i disagi e tutte le altre situazioni che la buona riuscita
della due giorni ci ha fatto subito dimenticare.
E’ auspicabile che altri prendano simili iniziative o di diverso genere, comunque utili per costruire un migliore futuro della nostra categoria, anche se occorre molta buona volontà senza attendere in cambio onori e glorie.
Riflettendo sulle difficoltà riscontrate a causa della distanza notevole
che separa i vari Ufficiali Giudiziari d’Italia, suggerisco di fare un
convegno in video-conferenza, da realizzarsi, cioè, in più località collegate
fra loro attraverso mezzi
televisivi.
Nella sua relazione durante il convegno di Chieti, e precisamente nelle
conclusioni, Jaques Isnard,
Presidente dell’Unione Internazionale, ha detto: “Sarebbe un suicidio per
la categoria credere che l’avvenire si basi sull’attesa e l’inerzia.
E’ un dovere di tutti lavorare per l’avvenire del proprio mestiere,
per il bene del proprio Paese e per la costruzione dell’Unione Europea”,
seguito da un lunghissimo applauso.