SALA CONVEGNI


relazioni e discussioni a tema libero in un convegno virtuale 

"DIRIGENZA"

   Tra i miei vari impegni di lavoro talvolta trovo anche il tempo di
leggere i consensi e i dissensi di varia natura espressi da qualche mio
collega sul Mondo Giudiziario.
   Questa volta mi sono soffermato sul "dissenso e disagio" espressi
dal collega Patti sul n.20 del 14.05.2001. Qualche considerazione l'ho
fatta e vorrei fosse fatta propria anche dal collega dissenziente e
disagiato.
   E' stata davvero una provvidenza il sopraggiungere dei nuovi assunti
il 30.12.1997. La categoria non sarebbe sopravvissuta, sia per i
normali adempimenti che per quelli collegati alla Dirigenza degli
uffici UNEP.
   Molti di loro non hanno avuto neppure la possibilità di esprimere le
proprie capacità nell'espletamento dell'esecuzione, sia in quantità che
in qualità, non avendo mai eseguito un pignoramento derivante dal
campione penale e non essendo state affidate loro, in media, più di 200
esecuzioni l'anno. Dal momento del loro ingresso in carriera
l'esecuzione nei nostri Uffici è agonizzante.
   Per molti di loro Dirigenza è ancora equivalente a Ricezione degli
atti.
   A molti di loro non può venire in aiuto la memoria.
   Gli Uffici, a cui ora il Ministero provvede con la nomina
dell'Ufficiale Giudiziario Dirigente, perchè si è in numero superiore a
una unità, sono stati sempre diretti da un Ufficiale Giudiziario senza
alcuna nomina ministeriale, senza alcun riconoscimento, ma con tutte le
responsabilità e gli oneri derivanti da una Dirigenza di fatto e con
Uffici sempre sguarniti di personale di ogni livello.
   Prima di dissentire, esprimendo la presunzione della propria
superiorità, bisognerebbe conoscere i problemi vecchi e nuovi della
categoria e avere svolto le mansioni così come venivano svolte fino al
31.12.1997 per quantità e qualità, con 1500 esecuzioni l'anno affidate
a ciascuno e non con circa 200, come avviene ora.
   Si abbia presente inoltre che il Ministero non ha mai ringraziato
gli Ufficiali Giudiziari per lo spirito di sacrificio profuso nel
lavoro e per l'alta professionalità da essi dimostrata; tantomeno li ha
mai premiati.
   Non ha quindi premiato l'anzianità: non ha potuto fare diversamente,
dopo tutte le lotte sostenute da quegli "anziani" per ottenere ciò che
gli ultimi arrivati pretenderebbero riservato esclusivamente a loro
perchè più capaci.
   Il sottoscritto è del parere che il titolo di studio non doveva
essere valutato, così come l'abilitazione alla professione forense.
   Noi siamo Ufficiali Giudiziari (area C1 e area B3): pure se avessimo
rinunciato alla nomina di Magistrato in seguito a concorso (infatti un
eventuale superamento di concorso nel ruolo della Magistratura non dà
diritto ad alcun punteggio). Ufficiale Giudiziario doveva essere il
titolo da far valere insieme all'anzianità di servizio, con ingresso
aperto a tutta la categoria fino ad esaurimento della graduatoria.
   Per l'area C3 il collega Patti pare non sia interessato: come mai?
   La Dirigenza degli Uffici NEP attribuita a coloro che sono stati
assunti il 30.12.1997, è incontestabile, è stata attribuita soltanto
per esigenze di ufficio  e non per meriti particolari o per conclamata
qualificata professionalità, tenendo presente che i beneficiari
(o...malcapitati) erano stati assunti da appena qualche mese.
   Chi li ha preceduti ha insegnato loro qualcosa, direttamente o
indirettamente, e per ciò stesso dovrebbe essere ritenuto più
qualificato e più capace.
   Tuttavia ciò che ha detto il collega Patti lo avevamo già letto,
espresso molto meglio e in modo più articolato, nel ricorso presentato
da alcuni colleghi al TAR del Lazio il 17.04.2001. Invece di farcene un
sunto striminzito poteva rimandarci direttamente alla lettura di quel
ricorso contro il Ministero: avremmo avuto un panorama più completo del
problema.
   E comunque il sottoscritto è del parere che anche quel ricorso non
potrà cambiare nulla rispetto a quanto è stato stabilito dal PDG
05.02.2001.

                                                     
L'UfficialeGiudiziario
Corte d'Appello di Caltanissetta
  Amodei Alfonso

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