Associazione di studio, formazione e informazione per la valorizzazione della figura dell'ufficiale giudiziario


Fine ingloriosa dei corsi di riqualificazione

 Ricorderete tutti con quanto trionfalismo fu annunciato che anche gli Ufficiali Giudiziari avrebbero avuto i loro funzionari d.o.c., gli stracitati C3, in nulla inferiori a quelli degli altri comparti, frutto di pazienti ed accorte trattative, epilogo di una strategia sindacale vincente, branditi come armi di riscatto, volano per il rilancio della dignità dell’Ufficiale Giudiziario…e via celebrando.

Indaffarati a smaltire carte, i più hanno creduto e sperato, affannandosi taluni a spiegare come la figura dell’Ufficiale Giudiziario potesse ritrovare alla fine la sua giusta collocazione, recuperando professionalità e dignità anche a dispetto dell’età avanzata.

Miserrima mistificazione! Il collega quasi settantaduenne di Modena, durante la sua “riqualificazione” a Genova si chiedeva e mi chiedeva il senso di quel corso. “ Alla mia età costretto a riqualificarmi…tra qualche mese vado in pensione…docenti che ne sanno meno di noi…e ci diffamano anche! E’ una vergogna!”

Un Giudice ha posto fine a tanta sconcezza.

Ma non credo che si daranno per vinti. Dopo la difesa ad oltranza dei corsi di riqualificazione, vorranno intraprendere altre meritorie iniziative. Non a proposito delle norme di raccordo (autentica schifezza); non a proposito della percentuale (autentica vergogna); non a proposito del processo telematico (autentica incognita); ma a proposito della riforma del codice di procedura civile. Questo è un terreno fertile ma insidioso. Vi si aggira un cavallo di Troia. Nel suo ventre si annida lo spettro della libera professione. Quegli sciagurati, sparuti, irresponsabili che ne sono fautori, occupano arbitrariamente un posto nella commissione Vaccarella. Motivo di rabbia e di disappunto per quelli che vogliono mantenere l’Ufficiale Giudiziario sotto le dipendenze dello Stato.

Dunque, siamo a questo paradosso: la crisi della condizione dell’Ufficiale Giudiziario è divenuta essa stessa causa di crisi del processo esecutivo. I loro responsabili si fingono ignari e si propongono a difesa dell’una e dell’altro; in nome di una fantomatica rappresentanza maggioritaria della Categoria, colpiti da stress da insuccesso, vedono il nemico nel fratello e, privi del coraggio fisico di Caino, cercano e trovano negli II. VV. GG. il naturale compagno di gite.

Come si vede non basterà metter mano alle storture, alle inadeguatezze e alle lacune del codice di rito. Dovrebbe finalmente essere chiaro a tutti che prima di tutto occorre rivedere la figura dell’ufficiale giudiziario.

Il collega Corrado Macchia, membro della commissione Vaccarella, si è adoprato vigorosamente, speriamo con successo, per vedere attribuite all’Ufficiale Giudiziario funzioni davvero qualificanti: constatazione, dichiarazione di terzo, indagini patrimoniali, vendite e assegnazioni di somme, amministrazioni giudiziarie, attività stragiudiziale. Immaginiamo le resistenze che il Collega ha dovuto superare per far risaltare la professionalità degli Ufficiali Giudiziari, soprattutto da parte degli II.VV.GG. Costoro, intravisto il business, tentano di coniugare  “sinergicamente” la loro attività con le nostre funzioni, sostenuti dai sedicenti rappresentanti maggioritari della nostra Categoria.

Siamo perfettamente consapevoli dei nuovi, importanti impegni che ci attendono. Restiamo  perplessi al pensiero di doverli affrontare con le attuali strutture. Accettiamo, comunque, la sfida, certi che muterà anche l’impalcatura. E la sfida sarà vinta nonostante tutto, anche nonostante le vergognose invocate sinergie con gli II.VV.GG.

Piacenza 19.6.2002

Sergio Tranquilli

Membro del direttivo UIUG


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