Consiglio Permanente Europa/America dell’UIHJ

Tallin (Estonia) 28-30 maggio 2008-

 

    Erano 27 le nazioni europee rappresentate quest’anno al Consiglio Permanente Europa/America di Tallin. Ventisette: quasi la totalità di tutte le nazioni d’Europa, tranne Serbia, Montenegro, Albania e Irlanda. Poi il N.A.P.P.S.(national association of professional process servers) a rappresentare gli Stati Uniti e per il Quebec un simpatico e agguerrito André Mathieu che più volte ci ha incitati a tenere duro e proseguire sulla strada della libera professione, unica garanzia per la sopravvivenza e la professionalizzazione dell’Ufficiale Giudiziario Italiano.

 

C’eravamo anche noi dell’AUGE il 28 maggio 2008 al Reval Hotel Olimpia di Tallin, pronti a dare un sacco di buone notizie sui progressi e gli sviluppi della nostra attività di informazione sull’introduzione della libera professione nel nostro Paese.

 Abbiamo posto l’accento sulle rinnovate aspettative di cambiamento derivanti dai recenti sviluppi politici, che hanno portato al governo una nuova compagine politica più decisionista e intenzionata a procedere a riforme strutturali e di forte innovazione.

 

Come segno di stima e di gratitudine per tutto il lavoro svolto in questi anni  dal Presidente dell’AUGE Arcangelo D’Aurora e dai suoi più stretti collaboratori, il Presidente dell’UIHJ Jacques Isnard ha voluto aprire i lavori chiedendo a tutte le nazioni presenti di votare per l’ammissione dell’AUGE, quale unica associazione rappresentante l’Italia in seno all’UIHJ. Tutte le nazioni hanno accolto con favore la proposta senza astensioni o opposizioni, salutando l’ambito riconoscimento con un fragoroso applauso. Finalmente un riconoscimento prestigioso da parte di un’istituzione come l’UIHJ, che ha voluto premiare l’impegno profuso dall’AUGE per diffondere l’idea di una professione riconosciuta a livello europeo. Abbiamo ribadito che anche in Italia, la nostra figura professionale non è nata per essere costretta negli schemi di un impiego pubblico burocratizzato e statico, e di come grazie alla compiacenza dei sindacati si sia ottenuto quello che  nessun Paese europeo, si sarebbe mai pensato di fare, cioè affidare un’attività così delicata a degli operatori scarsamente motivati, senza formazione alcuna, che alloggiano in uffici in cui cadono tetti e in cui gli avvocati sgomitando attendono per ore agli sportelli prima che sia il loro turno.

 

Abbiamo reso noto all’assemblea il rinnovato impegno dell’attuale compagine governativa sul tema a noi caro dell’istituzione di un Ufficiale Giudiziario libero professionista. Infatti nei giorni precedenti all’appuntamento di Tallin, l’attuale Presidente della Commissione Giustizia del Senato Sen. Filippo Berselli ci aveva comunicato di aver ripresentato il ddl delega per l’armonizzazione della figura professionale dell’ufficiale giudiziario agli standard europei.

 

Un appassionato Andrea Mascioli , nostro relatore al Consiglio Permanente dell’UIHJ, ha spiegato come attraverso un attento lavoro di relazione con gli organi di stampa, si sia dato vita ad un rinnovato interesse della stessa e dell’opinione pubblica sui temi cari all’AUGE, che davanti ai colleghi di tutta Europa ha dimostrato competenza e determinazione nel raggiungimento della missione affidatagli dai suoi aderenti e dall’UIHJ.

 

Si è illustrato poi, il ruolo deleterio dei sindacati di categoria, i quali si oppongono pervicacemente alla riforma in senso liberale della nostra professione, adducendo “ingenuamente” insensate argomentazioni, sul venir meno della terzietà dell’ufficiale giudiziario nell’esercizio del suo ministero, come se gli altri 21 paesi europei ove l’ufficiale giudiziario è un libero professionista fossero dei paesi in cui l’inciviltà regni sovrana, e il rispetto dei diritti dei cittadini sia perennemente calpestato.

 

Infatti in regime di libera professione l’ufficiale giudiziario sarebbe sottoposto alle stesse regole di ora, essendo pur sempre un pubblico ufficiale, e in aggiunta sarebbe sottoposto ad un rigoroso controllo deontologico da parte dell’ordine professionale.

 

 

   Rideva Mourad, rappresentante tunisino, libero professionista da anni, quando gli ho raccontato che il tetto dell’ufficio unep di Napoli ogni tanto crolla. E’ rimasto esterrefatto dopo aver letto l’articolo de “Il Messaggero” sulle code agli sportelli dell’Unep di Roma, che iniziano alle quattro del mattino. Rideva, ma poi ha compreso quando gli ho spiegato che non è colpa degli ufficiali giudiziari i quali pur con tutta la buona volontà non hanno né mezzi né tempo e siano ormai rassegnati a tutto quello che gli piove dal cielo. Non è colpa certo di chi è costretto a correre come un dannato per evitare le scadenze degli atti o per guadagnare un centesimo in più di trasferta o per sostituire un collega in part-time. E lui ha compreso. Ha compreso come a volte si venga schiacciati da un meccanismo, imprigionati da un vortice che impedisce di alzare la testa per guardare oltre la staccionata, per vedere come i nostri colleghi europei rappresentino una folta schiera di professionisti, al pari di avvocati e giudici, che si pongono come un corpo sempre più omogeneo, in grado di porsi come soggetto politico e istituzionale, in grado inoltre di porsi come punto di riferimento delle professioni legali. Francesi, olandesi, lussemburghesi, greci, estoni, belgi, macedoni, solo per citarne alcuni, si auspicano che presto l’Italia si decida ad entrare in questo club, affinché il sistema giustizia possa beneficiare degli indubbi vantaggi che ne deriverebbero.

 

 

  Intanto nell’UIHJ quest’anno è entrata a far parte anche la Bielorussia , che si è impegnata a modificare lo statuto dell’ufficiale giudiziario in senso liberale.

In Estonia invece la riforma è iniziata nel 2001 ed è stata un successo. Il ministro della giustizia estone, ospite al Consiglio Permanente, ha spiegato che un capitolo importante della riforma ha riguardato il sistema di remunerazione degli ufficiali giudiziari, ai quali è stato garantito un reddito adeguato per due motivi: il primo è connesso al ruolo dell’ufficiale giudiziario, indispensabile per il buon andamento dell’economia. “Una giustizia efficiente e celere” ha ribadito il Ministro “garantisce democrazia e assicura investimenti”. Il secondo motivo, invece, ha un risvolto di rilevanza penale in quanto, secondo il Ministro: “una retribuzione, adeguata al grado di responsabilità assunto, è una garanzia quasi certa di incorruttibilità.”

 

   La Norvegia ha chiesto di entrare a far parte dell’UIHJ e a novembre 2008, in occasione del Consiglio Permanente di Parigi, sarà ufficializzato il suo ingresso, e non è detto che non avvieranno anche loro una riforma in senso liberale, insieme agli svedesi, ai danesi e ai finlandesi, tutti ancora dipendenti pubblici.

 

Anche per la Germania si prospetta quanto prima una liberalizzazione totale. La legge è stata approvata dai Land ma, come spiegava il presidente tedesco, al momento è il governo federale che ha rallentato per ragioni fiscali.

Gli Spagnoli invece, hanno una situazione identica a quella italiana: una legge in parlamento che liberalizza la figura dell’Ufficiale Giudiziario ed attende l’assenso di Zapatero, che arriverà presto.

  Unica nota dolente l’Austria, ove non si registrano novità rispetto al passato. Attualmente non esiste un’associazione, o una rappresentanza di ufficiali giudiziari che  promuova la riforma della professione in senso liberale. Possiamo dire che i colleghi austriaci sono in un momento di stallo, in attesa di riorganizzarsi. Anche se si potrebbe prospettare, visto il comune sentire tra austriaci e tedeschi, che non appena si approverà la riforma in Germania anche gli austriaci si faranno sentire.

Arrivederci a Parigi.

 

Relazione di Giuseppe Marotta

Responsabile Nazionale AUGE