Associazione di studio, formazione e informazione per la valorizzazione della figura dell'ufficiale giudiziario

 

 ACCADDE SU MARTE,

 

TERZA PUNTATA: I GIORNALI (STI)

 

                Premetto che non voglio, assolutamente, polemizzare con Voi.

Enrico Cuccia diceva che si annoiava a discutere con Voi. Io fatte anche le debite proporzioni, ne provo paura di alcuni, e contemplativa soggezione di altri.

Quindi, richiamo uno dei monumenti del giornalismo italiano ed internazionale, uno di quelli che i suoi scritti non solo li leggiamo ma li contempliamo. Risponde al nome di Enzo Biagi, è ormai da un po’che non si vede in TV° ma tutti lo ricordiamo bene lo stesso. Lo richiamo tanto per non sentirmi solo. D’altra parte centinaia di volte ci ha fatto compagnia nei momenti peggiori.

 

Parlando dell’art. 21 della Costituzione, disse: “Se penso alla libertà di pensiero, penso a Galileo Galilei. Mi pare che oggi non manca la libertà: scarseggia il pensiero”.

 

E sempre per paura della solitudine richiamo anche Ellekappa, la quale a proposito dell’art. 3, fa dire ai due suoi classici conversatori: “La Costituzione dice che siamo tutti uguali davanti alla legge… Magari ridendo, ma lo dice”.

Concludo con C. Scott del Guardian: “Il commento è libero, ma i fatti sono sacri”. “Pertanto niente peccati di omissione”, aggiungeva Enzo Biagi.

Ciò detto,

                            Vi scrivo e Vi invio la presente al solo fine di “informarvi” (una specie di inversione delle parti) che stanno devastando la “Piazza Pubblica” e “assaltando le Poste”.

 

Intervenite, per favore. Hanno rinnovato il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego e vanno dicendo che si risparmia un sacco. Non dico che non hanno ragione, anzi, se chiudono completamente la “Piazza” si risparmia anche di più. Ma: le nostre certificazioni, le visite mediche, le forze dell’ordine, l’assistenza sociale ad anziani ed invalidi, le scuole, gli asili e gli ospedali, siamo sicuri che i privati c’è li garantiranno e allo stesso prezzo?

Una volta lessi, in uno dei vostri giornali, che in un ospedale privato, ai malati davano da mangiare cibi scaduti e per cani; lessi anche che un tizio di una finanziaria era scappato con tutti i soldi dei risparmiatori, meno male che i loro t.f.r. li aveva ancora lo Stato. Oh! Ne succedono pure da me, pensate che un giorno un tizio si chiuse una intera spiaggia: “Per farla rendere” disse al giudice, alludendo all’inerzia del Sindaco della “Comune”.

 

Se intervenite, aiuterete a salvare anche ciò che è vostro, mica solo nostro. Quello che è di tutti si sa non brilla per resa: ma quanto è Bello! Nei paesi nordici ne fanno scorpacciate. Magari costa un po’ di più, ma almeno si sta un po’ insieme, ci si vede di più insomma. Altrimenti, sempre soli, ognuno a passeggiarsi la sua porzione di “Piazza”. Con un po’ di sacrifici (per tutti e in ugual misura), sono certo che continueremo a farcela a stare insieme, e i figli dei ricchi potranno continuare a permettersi il lusso di conoscere, già dalle prime classi, i figli dei poveri. E’ un’esperienza interessante anche quella per chi è votato a Governare!

 

Abbiamo ospedali pubblici che sono il fiore all’occhiello dell’Europa, scuole pubbliche da dove sono usciti Luminari e Scienziati di ogni genere. Costano certo a tutti noi, ma quanto è Bello!

D’altra parte dopo che privatizzano ho notato che pretendono e ottengono (i privatizzati), anche le sovvenzioni pubbliche. Tanto valeva rimanere insieme!

Non trovate che sia forte, pensate: il padre del povero, paga le tasse per permettere al figlio del ricco di iscriversi ad una scuola dove non vi è suo figlio. A questo punto la vedo come una ingiusta “ghettizzazione” dei figli dei ricchi ad opera dei poveri. Ma non sarebbe meglio vivere tutti insieme rispettandoci? Mi riferisco ai poveri evidentemente! Che la smettano di discriminare chi è diverso da loro! Si sta parlando di cultura non della scelta di un albergo. Sempre Platone e Aristotele dobbiamo studiare, a prescindere dal numero delle stelle.

 

Comunque torniamo a quanto in oggetto

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Solo a titolo informativo: gli Ufficiali Giudiziari che non vogliono assumere e di cui vi è tanto bisogno su tutto lo stivale, isole comprese, per ogni atto che eseguono, fra contributi unificati, bollato, tasse e imposte sono completamente in attivo. Hanno fatto pure una Legge che obbliga gli stessi a versare, all’Erario, una quota percentuale del supero. Cioè tutto ciò che supera la loro retribuzione. Altro che perdite o pareggi di bilancio, che comunque non sono termini da “amministrazione della giustizia”. Non siamo alla Parmalat.

 

Avete scritto qualche timoroso articolo in pagina interna e neanche tutti. Perché?

Non è una notizia forse?

 

Comunque, garantendo il citato art. 21, non soltanto la libertà di pensiero ma anche il pensiero libero, evidentemente non sono state ritenute essere notizie degne di maggiore attenzione. Né dai giornali citanti né dai silenti.

Risparmio ai lettori il numero di pagine, anche in prima (taglio alto e basso), la “gloriosa” terza e quinta pagina, dedicati ad altro, nello stesso periodo di tempo.

Stendo naturalmente un velo pietoso anche sull’inchiostro e la carta destinata, per mesi, a spiegarci il tipo di seta della bandana del Presidente.

Inchiostro e carta così tanto costosi da causare non solo miliardi di passivo nei bilanci di quasi tutte le testate, ma una vera e propria assistenza economica statale, insomma una “Nazionalizzazione dell’Informazione”. Come dire che: si scrive e si stampa in buona parte con i nostri soldi.

Non c’è dubbio, fare il giornalista è veramente un mestiere difficile e rischioso (in alcuni Paesi, in specie quelli a cultura Anglossassone, abbattono anche i Governi a colpi di “penna”), ma a nessuno viene imposto per legge.

Sempre il Sig. Biagi disse che: “Fare cronaca è come una lampada che per far luce talvolta brucia se stessa”.

E talmente rischioso che bisogna sentirlo prima di tutto come una missione. C’e anche chi ha dato la vita per raccontare. Certo è rischioso anche per chi non racconta, ma lì il rischio attiene più all’obesità che alla vita in se. Si dice che Montanelli avesse al massimo tre amici, ma chi ne ha tanti deve frequentare tanti ristoranti, e si sa: le cene offerte dai potenti non possono che essere appunto “potenti”.

Tanti, troppi, scrivono per quelli di cui scrivono; tanti, troppi scrivono per quelli per i quali lavorano e pochi, troppo pochi scrivono per “i lettori”.

Certo, non si può dire che i grandi cambiamenti nella storia del nostro Paese siano nati nelle Redazioni dei giornali. D’altra parte sono ai piani alti da dove si vede bene che aria tira nelle piazze, si tratta solo di saper aspettare e poi inseguire. Che sia l’aborto o il divorzio o la scala mobile o il blocco assunzioni P.A., poco importa.

E se chiedessimo un nuovo Piano Marshall, questa volta del giornalismo?

Comunque a mio modestissimo parere ci vuole più capacità a dare una “non notizia” che una notizia. Dare la notizia è il vostro mestiere, che per voi e come i Radiologi o i Fotografi. Si fotografa il giorno, e se c’è dell’altro, si commenta pure. E andata peggio agli Storici che devono fotografare un’epoca. Forse molti non erano portati a fare quel mestiere. Capita spesso nel nostro Paese.

A pensarci bene, buttarsi dentro “il fatto”, prenderlo e raccontarlo senza timori, prudenze e calcoli, non è poi così facile.

E poi a molti mancano anche i mezzi basilari. Montanelli rese famosa la “Olivetti 82”, molti non c’è l’hanno, ecco perché le notizie se le fanno dare già scritte. “Il Fatto, la Realtà” spesso è un O.G.M.

E pensare che dovrebbero essere i lettori i maggiori azionisti. Pagano pure due volte: una con le tasse e l’altra in edicola.

 

“I giornali sono di proprietà della gente”, avrebbe sentenziato Keynes, l’Anatomo-Patologo dell’economia.

E poi, Edicola? Si fa per dire. In quanto l’ormai irrisorio numero di copie vendute non ha determinato, come in qualunque altra “squadra”, il licenziamento di alcuni Giornalisti e la scrittura di altro e in altro modo. No. Si sono aumentati i punti vendita. Ormai il giornale si trova pure al supermercato (solo pochi romantici resistenti continuano a comprarlo in edicola), fra le mele e le banane. A volte anche con la banana in regalo. Certo qualcosa ci si è guadagnato, per esempio: se si vuole vedere un bel film basta cercare fra i quotidiani meno venduti. In genere c’è in regalo.

E con tanti saluti alla Foresta Amazzonica.

 

Però, un piccolo consiglio da darvi lo avrei: poiché vogliono far notificare gli atti giudiziari ai Postini, in quanto: “tanto nelle case andare devono e anche più in fretta”, perché non fare come in America e “caricarli” pure i quotidiani? Anzi, considerato che anche nella sanità vi sono delle “operazioni” perente o comunque a rischio perenzione, perché non dotarli pure di una T.A.C. e di un misuratore di pressione, avrebbe anch’esso un effetto “medico-deflativo”.

 

E per qualcuno che ci racconta dove, perché, con chi e come stiamo vivendo, ve ne sono dieci che recitano.

Uno “Grande” dei vostri disse che “molti di Voi preferiscono scrivere di politica estera perché, qualora creasse problemi, li creerebbe comunque lontani, lontani, dallo scrivente”.

Purtroppo non c’è più tanto spazio per i giovani, per le inchieste, per i diritti. Tante pagine sono destinate a certi tipi di shampoo (d’altronde sempre della cura della testa delle persone si tratta), tante altre in molti giornali sono dei veri e propri “eros center” o “Borsa dei disperati”, per non dire di Maghi, Chiromanti, Accompagnatrici ed Estetiste. Chissà a chi ne avrebbe attribuito la proprietà il Sig. Keynes?

 

Se poi nasce un amore estivo a Porto Cervo, ci dobbiamo sorbire tutto: matrimonio, separazione e divorzio compresi. E che “Il Pubblico” vada pure a farsi benedire.

E si chiama pure Quarto Potere! E si dice che i Governanti hanno come primo pensiero quello di “imbavagliare” la Stampa”! E perché? Non vogliono tenersi aggiornati sulle love story nell’isola degli Angeli?

Ei, siete Voi i Guardiani primi della Costituzione! Badate che stanno assumendo non in base all’art. 3, ma in base al corso dei fiumi!

 

Vi sono molte firme nel giornalismo italiano i cui articoli oltre a leggersi si ammirano come un’opera di Michelangelo.

 E allora, forse, la colpa non è dei Giornali-sti, ma dei Giornali; che secondo il Sig. Keynes sono di nostra proprietà. Alla fine e per logica “consequitio” la colpa sarebbe nostra!

Forse, fra Costituzione, Fiumi, Postini con pressione alta, Chiromanti e il Sig. Keynes: ho fatto una confusione terribile. Proprio non è facile “raccontare” la realtà. Ma io faccio l’Ufficiale Giudiziario e devo solo notificare atti giudiziari. A ognuno il suo mestiere.

 E che i postini misurino pure la pressione.

 Stiamo vivendo, per davvero, l’epoca più emozionante. Se non ci fossi stato l’avrei voluta sapere, studiare, ma siccome ci sono e ci siamo, un domani toccherà a noi raccontarla. Questo sarà il grande problema. Meno grande solamente del perché … correvamo dalla parte sbagliata, e pure a perdifiato.

Salvatore Saba