Mario Rocca -  Brescia - ufficiale giudiziario C1 - Argomento: interfungibilità


       Vorrei poter esprimere il mio personale parere sulla ormai famosa "circolare Cerrato" e sulle controverse interpretazioni formulate dagli ufficiali giudiziari C 1 e B 3 e dalle rispettive rappresentanze sindacali.

 

In alcuni uffici si assiste alla dura contrapposizione, anche sindacale, delle due categorie che hanno ormai radicalizzato la propria posizione, senza alcuna possibilità di compromesso.

 

Questo permette all'Amministrazione, che dovrebbe essere l'interlocutore e il bersaglio verso cui indirizzare le nostre sacrosante rivendicazioni (orario di lavoro, uso del mezzo proprio, assunzione di personale ecc...), di nascondere le proprie croniche inadempienze, di eclissarsi e di assistere dall'alto, magari con compiacimento, a questa nuova e triste "guerra tra poveri".

 

In effetti non si può disconoscere che la "circolare Cerrato" evidenzia con una disarmante semplicità quello che non è riportato sul contratto e cioè che "non appaiono nè citate, nè distinte dalle declaratorie enunciate dal Contratto le funzioni di notificazione e quelle di esecuzione degli atti , che finora hanno differenziato i diversi profili professionali degli Assistenti e dei Collaboratori Unep, che la stessa norma contrattuale ha inteso abrogare".

 

Mi sembra sconfortante pensare che ci troviamo dentro questa nuova situazione di conflittualità interna, semplicemente perché nessuno di coloro che hanno la responsabilità di rappresentarci davanti all'Amministrazione, si è preoccupato di evidenziare e distinguere, al momento della elaborazione del contratto, lo stato di fatto esistente da decenni, e che riguarda la netta divisione tra l'attività di notificazione (funzione ormai esclusiva degli uff. giud. B 3 ) e quelle di esecuzione (attribuzione esclusiva degli uff. giud. C1)!

E'ovvio che in alcuni uffici gli ufficiali giudiziari B 3 si siano "precipitati" a chiedere ai Capi degli Uffici l'applicazione immediata e integrale della "circolare Cerrato": sono consapevoli di poter finalmente centrare un obiettivo, per alcuni inseguito inutilmente per anni, senza dover sostenere e superare alcun tipo di esame.

 

In un certo senso i colleghi B 3 hanno alla loro portata la concreta e storica possibilità di "riqualificarsi" in massa.

 

Forse è una convinzione ormai inutile e superata dagli eventi, ma personalmente ritengo che la "circolare Cerrato" rappresenti solo una ulteriore opportunità per organizzare gli uffici, a livello locale, secondo le varie esigenze di servizio e, in questo senso, non sia né vincolante, né obbligatoria.

 

Queste caratteristiche, infatti, non emergono dal contesto della stessa circolare che, in definitiva, può essere recepita anche come una interpretazione, condivisibile o meno, su una materia che comunque è oggetto di contrattazione integrativa a livello di amministrazione e che riguarda l'interpretazione autentica dei contratti.

 

Al momento mi sembra che tale circolare sia argomento di valutazione e di approfondimento solo in pochi uffici Nep: nella quasi totalità degli altri uffici è completamente ignorata o disattesa.

 

E se ciò corrisponde alla realtà odierna non comprendo per quale motivo questa circolare, cito a caso e solo per semplificare, a Palermo è recepita integralmente, a Napoli è imposta con atto d'imperio del Capo dell'Ufficio, a Roma è completamente ignorata, a Milano è totalmente disattesa !

 

Se è quindi tollerata l'applicazione della circolare in maniera diversificata, da ufficio a ufficio, come se fossimo nell'Italia dei Comuni, evidentemente non è nè vincolante, nè obbligatoria.

 

La presenza di queste caratteristiche non permetterebbe, infatti, alcun margine di discrezionalità per nessuno.

 

  Credo che sarebbe stato più produttivo  affidare l'applicazione della circolare alla valutazione locale dei Capi degli Uffici e dei dirigenti e alla disponibilità del personale: adottare dall'alto determinazioni convenienti per l'Amministrazione o assumere posizioni che non tengono conto in alcun modo della diversa realtà degli uffici vuol dire dimostrare, ancora una volta, poca sensibilità e poco rispetto verso i dipendenti.

 

Anche in questo caso ho la concreta percezione della mancanza di consapevolezza, a livello centrale, sulla tipicità del lavoro che gli ufficiali giudiziari compiono quotidianamente. ( 7/12/2002 - Mario Rocca - Brescia)


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