Unione Italiana
Lavoratori Pubblica Amministrazione
MINISTERI-ENTI
PUBBLICI-UNIVERSITA’-E.P. RICERCA-AZIENDE AUTONOME-COMPARTO SICUREZZA
Coordinamento
Nazionale Ministero della Giustizia Ufficiali Giudiziari - Membro Fondatore
dell’U.I.H.J. Corso Umberto I°, 23, NAPOLI
Napoli
17/11/2003
COMUNICATO STAMPA
Mentre
in molte Corti d’appello è finita anche la carta per fare fotocopie, presso
il Ministero della Giustizia è in fase avanzata la predisposizione una
convenzione tra l’Amministrazione giudiziaria e la Poste Italiane spa per il
conferimento e la gestione diretta da parte di quest’ultima del servizio
notificazione a mezzo del servizio postale degli atti giudiziari in materia
penale e civile la cui notifica è richiesta dagli uffici giudiziari.
Il
servizio sarebbe reso possibile attraverso la seguente successione procedurale:
- trasmissione
per via telematica ad un centro di servizio delle poste degli atti da
notificare;
-
istituzione di un registro cronologico telematico gestito in comune tra
ufficio degli ufficiali giudiziari e ufficio postale delegato alla spedizione
dell’atto;
-
firma elettronica delle copie degli atti da notificare da parte
dell’ufficiale giudiziario notificatore;
-
predisposizione e spedizione della raccomandata direttamente da parte del
centro di servizio delle poste;
-
tracciamento on-line dell’atto giudiziario.
La
Poste Italiane propone di sottoscrivere la convenzione ad un costo unitario per
notificazione di euro 10,69 senza
ulteriori eventuali oneri da parte dell’amministrazione giudiziaria per un
numero di 4.000.000 di atti da notificare e accordando agli uffici giudiziari il
pagamento differito della corrispondenza ordinaria senza la corresponsione
dell’aggio (USURARIO?) del 15 per cento oggi riconosciuto con un risparmio
approssimativo di 2 milioni di euro.
La
Convenzione verrà sottoscritta in forza:
-
dell’Accordo di programma tra il Ministero della Giustizia e Poste
Italiane spa del 10 maggio 2001 – subito accantonato in ragione del suo
illogico scopo funzionale, certamente non aderente ai bisogni
dell’amministrazione giudiziaria – che prevedeva che singole attività di
collaborazione avrebbero dovuto trovare concreta attuazione attraverso specifici
atti convenzionali, con i quali sarebbero stati definiti anche gli aspetti
economici e procedurali;
-
di un corposo studio di fattibilità redatto da Poste Italiane il cui
contenuto riguarda l’analisi della situazione presente sul servizio di
notificazione per mezzo del servizio postale e la proposta di un iter
procedurale che conferirebbe, di fatto, il monopolio a Poste Italiane del
servizio notificazione degli atti penali e civili partenti dagli uffici
giudiziari;
-
di un periodo di sperimentazione espletato per alcuni rami di servizio
presso l’Ufficio Unico Notifiche della Corte d’Appello di Roma.
Quanto
sta accadendo è un fatto di estrema gravità.
Sotto
i profili economico e procedurale.
Profilo
economico:
-
oggi la notificazione degli atti richiesti dagli uffici giudiziari è
gestita direttamente dall’Ufficio Notificazioni, Esecuzioni e Protesti
istituito presso ciascun ufficio giudiziario;
-
la notificazione avviene nel rispetto di quanto dispongono gli articoli
106 e 107 dell’Ordinamento degli ufficiali giudiziari;
-
le notifiche in materia
penale eseguite personalmente da parte degli ufficiali giudiziari sono state il
62% delle richieste totali di notificazione, mentre sono stati notificati a
mezzo del servizio postale 654.000 atti (dati Ministero della Giustizia anno
2000);
-
il costo massimo di una notifica “a mani” è di euro 1,22
, mentre le spese postali per una notifica ammontano ad euro 5,16
ovvero euro 5,53 a seconda del peso
della copia dell’atto da notificare;
-
il materia civile la percentuale degli atti notificati personalmente è
maggiore rispetto al penale;
-
l’Amministrazione
giudiziaria mentre concorda di passare da un costo massimo per notifica di euro
5,53 ad euro 10,69 risulta debitrice verso Poste Italiane per spese di
affrancatura di oltre 1.300 milioni di euro, tanto che la legge finanziari prevede
all’articolo 6 un ripianamento dei debiti pregressi al 31.12.2002, per la
stessa ragione, per una spesa di 823
milioni di euro;
-
tenendo conto di quanto speso nel 2002 e rapportandolo al costo proposto
nella convenzione di euro 10,69, rispetto al beneficio dell’annullamento
dell’aggio del 15 per cento sulla corrispondenza ordinaria, per
l’amministrazione giudiziaria la convenzione comporterebbe un maggior onere di
oltre 1 milione di euro l’anno;
Quanto evidenziato rende evidente il
grande divario tra i dati numerici in base ai quali si sta stipulando la
convenzione e quelli statistici in possesso del Ministero della Giustizia.
Il divario è talmente macroscopico che si può parlare
tranquillamente di manipolazione.
Profilo
procedurale:
-
la convenzione conferirebbe, in regime di monopolio, la gestione del
servizio di notificazione degli atti penali ad un privato che gestisce un
pubblico servizio. E’ evidente la gravità ed il pericolo che sono insiti
nella scelta: il contenuto degli atti penali, molto spesso, richiede la
prestazione di una adeguata riservatezza e cautela, già oggi che il servizio è
svolto dagli Unep;
-
la stipula della convenzione viene giustificata con l’esigenza che “i
profondi cambiamenti in atto nella società civile inducono la cittadinanza a
richiedere al Sistema Giustizia non solo garanzie ma anche efficienza
nell’assicurare il corretto svolgimento del compito di curare
l’organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia” che
scaturisce in concreto con “l’elaborazione e l’attuazione di riforme
assolutamente necessarie orientate al recupero di efficienza e all’incremento
di efficacia dell’attività giudiziaria” con l’obiettivo “prioritario
nella riduzione della durata dei processi al fine di una più rapida tutela dei
diritti fatti valere e per aumentare il senso di sicurezza dei cittadini”;
-
gli operatori e gli studiosi del diritto, hanno da tempo individuato
univocamente proprio nella notificazione
eseguita a mezzo del servizio postale uno dei punti maggiormente critici
rispetto ai tempi del processo penale
e, pertanto, se lo scopo primario e finale è quello di restituire celerità e
certezza ai tempi del processo penale e civile, l’obiettivo
dell’Amministrazione giudiziaria dovrebbe essere quello di incentivare la
notificazione personale andando a proporre una modifica all’art.107 del DPR
1229/59 che obbliga gli UNEP a spedire per posta tutti gli atti fuori del Comune
ove ha sede l’Ufficio.
Se
tutto quanto evidenziato è incontestabile è anche legittimo chiedersi, infine,
se questo progetto non sia, per scopo politico, rivolto a costituire un
ulteriore tassello perché la giustizia in Italia, intesa come strumento del
potere, non funzioni o, meglio, non debba funzionare.
Unione Italiana Lavoratori Pubblica Amministrazione
Coordinamento
Nazionale Ministero della Giustizia Ufficiali Giudiziari
Napoli
21/10/2003
Prot.n:
152
Oggetto:
Ente Poste-attività di notificazione
Al
Presidente del Consiglio dei Ministri
Silvio
Berlusconi
Al
Ministro della Giustizia
Roberto
Castelli
Al
Ministro dell’Economia e delle Finanze
Giulio
Tremonti
Al
Garante della Privacy
Stefano
Rodotà
All’ANSA
La scrivente segreteria nazionale è venuta a
conoscenza, durante un occasionale pranzo di lavoro, che l’Ente Poste ha
proseguito nei suoi contatti con l’Amministrazione per porre le mani
sull’attività di notificazione.
Circostanza
confermata da codesta Amministrazione in occasione della forma della modifica
dell’accordo sul CCI.
Tali
contatti erano stati avviati ai tempi del ministro diessino ed erano stati
fortemente contestati dalla scrivente che aveva avuto assicurazioni formali
dall’allora Direttore Generale degli AA.CC. e Lib.Prof.ni che nulla sarebbe
stato toccato.
Viceversa,
si apprende di un piano megagalattico per affidare all’Ente Poste tutta una
serie di attività.
Nel
merito della vicenda, la scrivente per quanto riguarda la proposta formulata
dalle Poste Italiane spa di intervento mirato ad organizzare un servizio di
notificazioni ex lege 890/82 con nuove e
diverse modalità ritiene di dover osservare che:
Il
servizio offerto dalle Poste Italiane è sicuramente oneroso e va in direzione
opposta rispetto agli obiettivi programmatici di bilancio che sono notoriamente
indirizzati nel senso del contenimento della spesa pubblica. Il servizio
aggiuntivo offerto, infatti, è economicamente rilevante ed impegnativo per lo
Stato a fronte di ipotetici e non riscontrabili vantaggi che restano tuttavia
marginali, sia in relazione ai risultati sia in rapporto all’incidenza
statistica non significativa degli effettivi benefici che andrebbero a vantaggio
dell’Amministrazione
Mentre
non è difficile immaginare un costo “di gestione” vicino ai cinque euro per
copia da notificare oltre all’affrancatura, la legge finanziaria prevede
all’articolo 6 un ripianamento dei debiti pregressi da parte del Ministero
della Giustizia con Poste Italiane per spese di giustizia fino al 31.12.2002 pari a 823 milioni di euro.
Con
la prevista istituzione di un registro cronologico telematico in comune (!!) tra
Ufficio NEP e P.I. per la registrazione di tutte le richieste di notificazione
provenienti dalle parti o dagli uffici giudiziari, si realizza una non prevista,
illegittima e inopportuna invasione di competenze ed attribuzioni della
Categoria.
Un
soggetto privato, di fatto, eserciterebbe un’attività di monitoraggio
e controllo su tutta l’attività di notificazione di un P.U. che si troverebbe
costantemente sottoposto al vaglio di un possibile intervento “risolutore”
da parte dell’Ente Poste che, nella fattispecie, assolverebbe ad una funzione
i “Grande Fratello”, potendo avocare in ogni momento le funzioni
notificatorie.
E
che dire della privacy violata, nell’immediatezza della emanazione del d.lgs
196 del 30.06.2003 che, con l’art.174, va in ben altra direzione?
La
tipologia di notifica ipotizzata dall’Ente Poste costituirebbe un indubbio
sminuimento della funzione, in quanto l’ufficiale giudiziario (organo
primario) sarebbe declassato ad un ruolo secondario di portalettere e, comunque,
in posizione subalterna.
A
questo punto non è azzardato manifestare il timore della Categoria che
sospetta, ben a ragione considerata la fonte dell’indiscrezione, che lo
scellerato progetto che qui si denuncia rappresenti solo il primo passo da parte
delle Poste Italiane per insinuarsi con sempre maggior peso e spazio
nell’attività notificatoria tout court , da sempre prerogativa
dell’ufficiale giudiziario, in un quadro negativo generale di continua e
costante spoliazione di competenze.
Dopo
il d.lgs 237/97 e successivi, con la spoliazione dell’attività esecutiva sul
campione e sui redditi erariali di cui, con nota
a parte, si chiede la restituzione , si vorrebbe ora ulteriormente
depauperare le poche funzioni rimaste prerogativa dell’ufficiale giudiziario.
Sfruttando
una evidente posizione di forza, nascente dalla disponibilità di mezzi e
risorse,le Poste Italiane offrono servizi e disponibilità che potrebbero essere
tranquillamente assolti dal personale dell’Amministrazione, solo che si
consentisse e favorisse seriamente il processo di ammodernamento tecnologico
degli Uffici NEP.
Da
sempre l’ufficiale giudiziario svolge l’attività notificatoria in economia,
svolgendo una funzione importante e delicata a basso costo in termini di spesa
per l’Erario, assolvendo per tale via anche ad una funzione sociale,
ammortizzando considerevolmente i costi della giustizia.
Anziché
investire risorse nelle Poste Italiane, con un conseguente indiscutibile maggior
esborso economico, l’Amministrazione pensi ad investire sul personale, così
come dichiara nella premessa al recente accordo sul CCI.
Ed
investire sul,personale potrebbe essere maggiormente premiante se ci si rendesse
conto che, apportando una piccola modifica all’art.107 DPR 1229/59 nel corso
della riscrittura del DPR 115/02 di modo che gli atti dell’Amministrazione
venissero notificati “a mani” anziché per posta, si risparmierebbero cifre
astronomiche a tutto vantaggio delle casse dello Stato e della certezza della
notificazione
L’Amministrazione,
ancora una volta,opera in maniera clandestina e senza rispettare le regole
contrattuali.
Appare
qui superfluo rammentare la normativa sull’informazione
preventiva e sulla concertazione in materia di criteri di massima
riguardanti l’organizzazione del lavoro, implicazioni dei processi generali di
riorganizzazione dei Ministeri, introduzione i nuove tecnologie e processi di
riorganizzazione delle amministrazioni aventi effetti generali
sull’organizzazione del lavoro, concessione in appalto di attività proprie
dell’amministrazione.
Tutto
ciò premesso, la scrivente chiede-avendone legittimo interesse a tutela dei
propri Iscritti ex lege 241/90- di avere copia integrale delle proposte delle
Poste Italiane.
Nel
contempo, proclama lo stato di agitazione degli Ufficiali Giudiziari con
preavviso che, restando la presente senza riscontro nel termine di giorni 15,
attiverà tutte le procedure previste dalle leggi 146/90 e 83/00.
Si resta in attesa di riscontro.
Il
Segretario Generale
nino
laganà