Oggetto: ACCORDO TRA LE POSTE E FASSINO SULLE NOTIFICAZIONI.

 Ill.mo SIGNOR MINISTRO ON. PIERO FASSINO,

“E’ UNA VERGOGNA”. Non ho trovato altre parole per esprimere l’ennesima umiliazione subita dagli Ufficiali Giudiziari a seguito dell’accordo sulle notificazioni dello scorso 11 maggio tra lei, ministro della GIUSTIZIA, e le poste.

 La informo che in molti paesi, rispettosi della democrazia, la tendenza è quella di abrogare la notificazione per posta: non solo per ragioni di esclusività di funzioni, ma perché un atto giudiziario – che non è un biglietto di auguri - produce degli effetti tali da poter sconvolgere la vita di una persona. In Europa, signor ministro, l’Ufficiale Giudiziario ha l’obbligo, nel momento in cui notifica un atto, di esporre al destinatario quali sono le conseguenze legate alla consegna dell’atto: questo consente al cittadino di tutelarsi ed allo Stato di garantire una vera GIUSTIZIA.

 Non conosco ancora il contenuto dell’accordo, né della bozza della convenzione, ma sono certo di una cosa: lei firmerà anche se non è convinto. Ed è per questo motivo che la informo che la nostra associazione tutelerà gli interessi della categoria a livello nazionale - civile e penale - ed internazionale, contro questi scippi di funzioni istituzionali.

Ho già relazionato l’Unione internazionale des Huissiers de Justice (membro dell’Unione Europea), al fine di sollevare la questione anche a livello europeo. Appare evidente anche a loro, che questo governo, dopo l’annuncio a Parigi, nella loro sede (sottosegretario Scoca), sull’imminente presentazione in parlamento della riforma degli Ufficiali Giudiziari, nei fatti si adopera per l’esatto contrario.

 Il comunicato stampa annuncia che le poste garantiranno efficienza del servizio notificazioni!

A quali costi per lo Stato e per il cittadino?

Forse Lei non è a conoscenza che

-         gli ufficiali giudiziari per notificare un atto utilizzano la propria autovettura;

-         il rimborso spese in materia penale per la notificazione di una atto varia da un minimo di 630 ad un massimo di lire 2.360, tariffe bloccate da circa sei anni nonostante la Legge preveda il loro adeguamento ogni 2 anni;

-         il rimborso spese per il 50% costituisce reddito: caso unico al mondo dove vi è una tassazione sui costi!

-         Gli uffici notificazioni, abbandonati ed al limite della sopravvivenza dovuta ad uffici indecorosi, attrezzature e arredamenti spesso elemosinate a banche o ricevute in prestito dalle cancelleria su dei beni destinati al macero, ad un fondo spese che viene finanziato con una trattenuta del 3% sui diritti e trasferte percepite dall’ufficio -  comprese su quei rimborsi spesa sopra indicate - viene spontaneo chiedersi: perché a noi NO ed alla posta SI questi finanziamenti ?

E quando il fondo spese, sempre al limite della passività, non è sufficiente all’acquisto di beni di prima necessità come carta, registri, penne – i computer o la fotocopiatrice in alcuni uffici è un miraggio -  ed è stato chiesto un contributo ministeriale, la direzione generale del suo (quasi ex) Ministero ha sempre risposto che…”al momento non si può che esprimere parere negativo.”

 Quanto è disposto lo Stato a far  pagare ai cittadini per arricchire le tasche delle poste che già oggi percepiscono, per le notificazioni a pagamento differito, una provvigione MENSILE del 15%( un tasso annuale minimo del 180%) sul costo della raccomandata( usura legalizzata) ?;

Il suo predecessore, persona che non stimo per le sue falsità: ha illuso noi dell’associazione e l’unione internazionale sulla imminente presentazione della riforma dell’ufficiale giudiziario. Questa nuova figura, a costi zero, creava nuovi posti di lavoro, combatteva l’usura, eliminava le agenzie di recupero credito, garantiva efficienza in tutti i servizi notificazioni e esecuzioni, si allineava alla figura europea già competitiva per il mercato unico e la libera circolazione del titolo esecutivo europeo, e contribuiva a rilanciare gli investimenti nel nostro paesi da parte di cittadini europei: tutto questo è poca cosa di fronte  alla possibilità di scontentare banche, poste, concessionari, ecc…

 Una figura che era prevista nel programma dell’Ulivo di Prodi, ma che è stata utilizzata come specchio per le allodole per pugnalarci alle spalle. Siamo stati dissanguati, ma non ancora morti… per vostra sfortuna.

Non aggiungo altro, rischierei di entrare nel campo delle offese, e non è nel mio stile, perché sono una persona onesta, pulita e idealista (Idealismo, in questo contesto non sinonimo di sognatore, bensì inteso come profondo sostenitore del trasformismo sociale), che ha creduto di dare un contributo alla realizzazione di una vera Italia EUROPEA… ho ancora qualcosa da spendere, anche se…

ho sbagliato come rappresentante di una categoria nell’aver nutrito fiducia in voi: ne esco umiliato (non sconfitto), ma Lei quando uscirà da quella porta, provi ad alzare la testa.

Questo è quanto dovevo alla mia coscienza.

Arcangelo D’Aurora

Ufficiale Giudiziario Dirigente Tribunale di Cesena.

    lettera aperta, diretta a ....ministri, sottoministri, sopraministri e colleghi