La risposta di Domenico...cognome?a RAIMBOW-TORINO.......... sull'orario di lavoro.

(alla fine dell'intervento la risposta di Raimbow..(ANONIMO...)

Egregio collega,
la disinformazione e la confusione su questo tema è estrema e forse alimentata ad arte.E' ovvio infatti (e non potrebbe essere diversamente , pena la censura di illegittimità e/o incostituzionalità di ogni contraria disposizioni o interpretazione),anche dopo la firma delle norme di raccordo, che il limite orario delle 36 ore settimanali previsto dal CCNL è senza alcun dubbio applicabile anche agli unep (e invito tutti, soprattutto i rappresentanti sindacali, a imporre tale dato normativo in tutte le sedi di contrattazione decentrata come elemento pregiudiziale indefettibile di ogni discussione).

 

Tuttavia l'impossibilità oggettiva di predeterminare un orario fisso di lavoro quotidiano (es dalle 8,00 alle 14,00) attiene fondamentalmente alla particolarità dei servizi di istituto, che rende indispensabile una certa
flessibilità nella resa dei servizi.

 

Quel che importa è che la contrattazione sui carichi di lavoro tenga sempre presente il monte orario settimanale delle 36 ore (salva  la normativa sul lavoro straordinario).

 

Colui che è obbligato a lavorare 14 o 15 ore al giorno può rivolgersi ove lo ritenga opportuno, in primis, alla tutela collettiva sindacale per la contrattazione di sede, ed eventualmente adire l'autorità giudiziaria per il rispetto delle disposizioni contrattuali e per il risarcimento dei danni derivanti da inadempimento contrattuale e/o fatto illecito (coinvolgendo tutti i soggetti responsabili della causazione del danno).

 

Ciò fino a quando saremo (come siamo a tutti gli effetti, salvo la particolarità del sistema retributivo comunque non incompatibile con la natura subordinata del nostro rapporto di lavoro)lavoratori subordinati e non autonomi.
 distinti saluti.

Domenico Milano


Caro collega, ho apprezzato molto il tuo intervento: meno male che c'è qualcun altro che è sensibile alla problematica dell'orario,pensavo di essere il solo! In una riunione sindacale UIL in cui ho sollevato questa problematica, mi è stato risposto che l'orario interessava soltanto a me. In realtà, so che esistono anche altri colleghi sensibili a questa problematica, ma, comunque, siamo in minoranza. In virtu' di ciò, ritengo impossibilile convincere il resto della categoria, e le associazioni sindacali, della bontà, necessarietà, indispensabilità, ineludibilità, della questione dell'orario: non se ne sono occupati, non se ne occupano, non se occuperanno in futuro.Inoltre, attualmente, in un contesto politico-economico, caratterizzato da pressanti e pesanti condizionamenti di carattere economico-finanziario, tale rivendicazione, se impostata su una logica prettamente sindacale(se mai si riuscisse a convincere l'intera categoria, e le molteplici sigle sindacali che ci rappresentano, a sposare la nostra tesi), avrebbe scarsissime possibilità di successo. L'unica cosa da fare, a mio avviso, è quella di chiedere una pronuncia della Corte al riguardo, utilizzando la procedura del ricorso incidentale. Bisognerebbe studiare bene la questione; secondo me si potrebbe fare così: bisognerebbe chiedere all'Amministrazione il part-time verticale (io non posso farlo, perchè ho preso quello orizzontale), che ovviamente verrà rigettato con la motivazione della mancanza dell'orario di servizio. A questo punto, si potrebbe impugnare il provvedimento di rigetto, sollevando incidentalmente la questione di costituzionalità, sulle disposizioni che non prevedono l'orario.Ovviamente, si può fare la stessa cosa chiedendo la settimana corta. Solo così potrebbe finire questa assurdità, questa indecenza,questa iniquità, fonte di squilibri, di disservizi, e di
ingiustizie. Attualmente, non è come tu dici (cioè che l'orario si può rivendicare ugualmente, sulla base delle norme di raccordo), perchè le norme di raccordo (firmate da tutte le sigle sindacali tranne la CGIL), tacciono completamente sulla questione dell'orario; anzi, dicono proprio l'opposto: che l'ufficiale giudiziario, deve garantire la massima flessibilità, per ciò che concerne l'orario, senza fissare alcun limite massimo, o monte ore settimanale.
Distini saluti, Raimbow, Unep Torino


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